Razzismo sullo scuolabus, ma chi è che li sprona all'odio?

«I neg*i si siedono davanti, i bianchi dietro». È quanto un ragazzino delle medie si è sentito dire sullo scuolabus, peraltro dopo essere già stato vittima di aggressione ed atti di bullismo a scuola. È accaduto a Treviso.
Se i giovani ricorrono ad un linguaggio così ferocemente razzista, forse bisognerebbe interrogarsi su chi abbia insegnato loro quell'odio. Di certo non aiuta un ministro che sta sempre in tv a dire che prima vengono gli italiani eterosessuali e votati al populismo. Non aiutano i fascisti che minacciano di stupro le donne in base all'etnia e non aiuta un Luigi Di Maio che si è scagliato contro la sua stessa sindaca per tentare di giustificare quei picchiatori.
E se è pur vero che il populismo e il sovranismo non potrebbero mai esistere se non si coltivasse rabbia sociale, verrebbe da chiedersi se sia quello in mondo a cui i leghisti vorrebbero condannare i loro figli. Anche perché, se cane sbrana cane, prima o poi tutti finiranno in una qualche lista nera di chi rivendica la propria supremazia sulla base del "prima vengo io".


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