Francesca Totolo sciacalla gli agenti uccisi per chiedere la legalizzazione della tortura


Francesca Totolo è l'esponente di CasaPound che risulta autrice di articoli che troppo spesso paiono strizzare l'occhio all'odio razziale e all'intolleranza. In un vomitevole sciacallaggio dei due agenti di polizia uccisi durante uno scontro a fuoco, è presumibilmente nel tentativo di aumentare i consensi elettorali dei sovranisti che la troviamo ad inneggiare alla tortura:


Se pare necessaria una massiccia dose di malafede per paragonare due casi giudiziari così diversi, surreale è come l'amichetta dell'ex ministro che non pagava gli straordinari ai poliziotti ci viene a raccontare che dinnanzi a fondine difettose e alla carenza di personale, la soluzione sarebbe quella di ricorrere alla tortura (scritta tra virgolette quasi a volerla negare). Ed ovviamente dovremmo anche credere che la famiglia del giovane avrebbe sicuramente chiamato la polizia e consegnato loro il giovane per un semplice furto anche se avessero saputo che la polizia lo avrebbe potuto maltrattare con metodi da S.S., evidenziando come troppo spesso dietro le parole dei sovranisti ci sia solo il tentativo di cavalcare la rabbia popolare senza mai valutare le effettive conseguenze delle loro proposte.


Update 08/10/2019. In una surreale evoluzione dei fatti, è aizzando i suoi proseliti contro di noi che la signora Totolo pretende una rettifica e delle scuse per l'articolo. Peccato che sia difficile comprendere che cosa debba essere rettificato se una signora che ha ripetutamente manifestato la sua contrarietà al reato di tortura si sia affrettata a tirar fuori l'argomento utilizzano i due agenti uccisi come pretesto per cavalcare la rabbia popolare. Glielo abbiamo chiesto, ma la sua unica risposta è stata l'ennesima minaccia:


Oltre ad esprimere apprezzamento per gli insulti firmati dai suoi proseliti, la signora Totolo pare minacciosa anche nel suo affermare che imprecisati «altri diffamati» avrebbero avviato una caccia all'uomo. Se pare inutile ricordare alla signora che solo un giudice può decidere se un contenuto debba essere ritenuto diffamatorio o se è libera espressione di dissenso (così come anche il minacciare querele infondate potrebbe risultare calunnia), pare intimidatorio sottintendere che altre presone legate all'estrema destra vogliano farci visita a casa solo perché infastiditi da chi contesta la loro ideologia:


Sulla base delle informazioni in nostro possesso, per dovere di cronaca al momento possiamo solo affermare che la signora pare dichiararsi offesa da ciò che lei stessa scrive anche se non ci ha spiegato il perché. Ne prendiamo atto.
Qualche suo seguace critica anche l'immagine, da noi scelta a rappresentare quella che riteniamo sia la differenza tra giustizia e ricerca della vendetta. Noi riteniamo che bendare senza motivo un imputato con o scopo di darlo in pasto ai giornali sia vendetta, non giustizia.
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