Nino Spirlì e i figli di Satana

Oltre a scrivere violenti articoli di promozione omofobia su Il Giornale in cui chiede di essere chiamato «checca» in quanto si reputa inferiore a quell'eterosesasualone di Pillon, il signor Nino Spirlì risulta anche un rappresentante calabrese del partito leghista del "prima il nord" oltre che a rivestire il ruolo di vicepresidente regionale.

Su Facebook è diventata virale la preghierina in cui il leghista che si vanta di rintenerirsi superiore agli altri gay perché si odia e si dice superiore agli altri meridionali perché il padano che odiava i meridionali l'ha menzionato in un discoresetto. Citando con disprezzo imprecisati «bestemmiatori» e «figli di satana» che dice sarebbero arrabbiati perché lui nomina il nome di Dio invano, scrive:


Le polemiche suscitate paiono averlo eccitato, al punto da condividere sui suoi profili social l'effetto del suo uso politico della religione:


Il leghista ci spiega anche che il suo ricco stipendio pubblico serve a fargli guardare la messa in TV e ad inventarsi slogan confessionali che possano aiutarlo a raccattare voti tra i fondamentalisti sedicenti "cristiani" di estrema destra:


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