I populisti si inventano la bufala del «TSO da opinione»


È affascinante come la propaganda populista dica cose a caso nella speranza che i loro proseliti siano così stupidi da provare piacere nel farsi prendere in giro. Ad esempio, risale al marzo scorso l'articolo in cui il sito di propaganda rissa gestita da Zaira Bartucca giurava che il suo amato Putin avesse trovato la «cura» del Coronavirus e inveiva istericamente contro il Governo italiano accusandolo di non aver adottato la profilassi messa a punto dal russo Gennady Onishenko, esponente del partito di Putin.
Per quanto si possa frugare nel suo sitarello, curiosamente pare non esserci traccia di un qualche articolo che ci spieghi se i russi che avevano la «cura» del Coronavirus siano gli stessi che oggi hanno 10mila casi al giorno. Evidentemente, fatta propaganda, la signora pare aver preferito svolare sui fatti che la smentivano per preferire altre sterili polemiche come questa:


Se una populista filo-salviniana che parla di «sindaci sceriffi» fa già ridere, surreale è con quanta ferocia la signora cerchi di fomentare odio sociale sostenendo che lei ha deciso che i medici erano dei deficienti e non avrebbero mai dovuto poter somministrare calmanti ad un tizio che in piena quarantena se ne andava in giro per strada con un megafono a sbraitare frasi sconnesse sul Coronavirus.
Mentre la signora Zaira Bartucca dice che lei ha stabilito che l'uomo fosse sano di mente dulla base di un video che ha visto sui social, una ricerca sui fatti ci spiega che la persona sottoposta all'intervento non era nuova a comportamenti bizzarri. Solamente qualche
sera prima, davanti ad un normale controllo dei Carabinieri, si era rifiutata di fornire il documento di riconoscimento e aveva tentato di bruciarlo mentre si trovava all'interno della propria autovettura con il rischio di incendiare tutto.
Ovviamente non si può conoscere il motivo che ha spinto il medico curante (a cui spetta la segnalazione) a chiedere un intervento del sindaco Carmelo D’Angelo in qualità di Autorità Sanitaria per prescrivere un TSO al soggetto, ma pare folle che i populisti si inventino che si sarebbe trattato di «un TSO da opinione».

Secondo copione, è in un primo articolo che la signora cerca di usare il razzismo per attaccare il sindaco, creando un patetico paragone tra l'accaduto e un fatto di cronaca risalente al 2014. Inveendo contro un 33enne iraniano che avrebbe picchiato una donna, lamenta che non lo si sia internato. Non è chiaro perché abbia preso quell'esempio dato che non esistono paralleli tra i due casi e neppure è detto che chi delinqua debba necessariamente avere problemi psichici che necessitano di cure, ma la signora pare palesare il suo intento di cavalcare il mero razzismo quando se ne esce parlando di «mirabili esempi di integrazione» con toni sarcastici.
Una frase simile, detta da una tizia fidanzata con un extracomunitario ucraino che inneggia alle purghe dei gay in Cecenia, non pare coerente dato che le stesse accuse potrebbero essere rivolte al suo fidanzatino con cui si vanta di aver violati i decreti della quarantena in nome di come lei dicesse che loro non vogliono rispettare le norme vigenti. Che dire, proprio un mirabile esempio di integrazione!

In un altro articolo, è inveendo contro il sindaco (la cui responsabilità è limitata ad aver chiesto l'intervento dei carabinieri sulla base della segnalazione del medico curante) che la signora si mette ad affermare che «il 40enne di Ravanusa non era affatto pazzo. Stava esercitando il suo sacrosanto diritto costituzionale di dire la sua opinione. Il sindaco di Ravanusa ha commesso un atto gravissimo autorizzando un TSO. Questo Paese sta diventando la peggiore dittatura della storia dell'umanità».
La signora inizia così a raccontarci che lei odia il sindaco sulla base di una «denuncia di un avvocato che ha lamentato il divieto, da parte del sindaco, di autorizzare l’uso degli spazi di una biblioteca per il cantante Povia». E se non è chiaro che c'entri Povia con i fatti, pare evidente che la signora lo butti dentro in qualità di eroe padano che canta canzoncine razziste contro i migranti che scappano da fame e guerra.

Romanzando i fatti e minacciando carabinieri e medici, scrive:

L’uomo è stato fatto scendere dal veicolo – non è chiaro con quali modalità – e dopo con la forza è stato immobilizzato e steso a terra da quattro carabinieri, mentre due uomini (forse agenti in borghese) erano intorno. Un totale di sei contro uno. A quel punto, gli è stato somministrato un TSO sedativo da un infermiere o medico, alla presenza di altri due sanitari in camice. Erano presenti anche testimoni. Molte delle persone sono identificabili (in basso).
Sul web già circola la voce che si trattasse di uno “squilibrato”. Nel video che precede l’arresto, tuttavia, l’uomo parla in maniera rilassata, affermando di essere perseguitato per le sue opinioni. Il malcapitato, non armato e senza neppure urlare, non ha fatto alcuna resistenza. E, ora, non si sa dove sia.

E certo, non si sa dove sia finito... dice lei. Non come nel caso delle purghe cecene che lei sostiene non siano mai esistite anche se migliaia di gay sono davvero spariti nel nulla e non sono certo stati ricoverati sotto la tutela del loro medico di base a seguito di un episodio in cui hanno rischiato di farsi bruciare vivi.
Fa comunque sorridere che ad ergersi a paladina della libertà di espressione sia un giornalista che da mesi risulta impegnata a mandare lettere minatorie ai nostri hosting chiedendo la nostra censura in virtù di come lei dica di non tollerare che qualcuno possa esprimere pareri critici su ciò che lei dice o scrive.
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