Populismi. Zaia Bartucca annuncia farà pagare agli agenti di polizia che le hanno chiesto il rispetto della legge


Ricordate quella Zaia Bartucca che nega la purga dei gay in Cecenia, che se ne va in giro a sostenere che i gay vogliano eliminare gli eterosessuali e che da mesi molesta Gayburg cercando di ottenere la nostra censura? Ebbene, in quel suo modus operando che la porta ad usare la sua iscrizione all'ordine dei giornalisti come mezzo per diffamare chiunque la infastidisca, la ritroviamo sulle pagine del suo sito di propaganda folo-russa a inveire istericamente contro la polizia che fa rispettare la legge per il contenimento del contagio da Coronavirus. Lamentandosi che non l'abbiano lasciata andare in giro anche se lei si rifiutava di fornire le autocertificazioni previste delle ordinanze, scrive:


L'attacco parte con la signora che tenta di sostenere che la polizia non debba preoccuparsi di chi viola la legge e mette a rischio la salute degli altri, in quella teoria populista in cui l'egoismo debba sempre prevalere su tutto. Ed è inneggiando a chi si fa i fatti propri a danno della collettività che scrive:

In questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori. Poliziotti che stanano pericolosi appassionati di tintarella, agenti che rincorrono runner, droni che sorvolano proprietà private che in ogni caso rischiano la requisizione. Perfino zelanti ignoranti di cosa sia la Costituzione, che in barba a ogni principio di libertà di culto irrompono in Chiesa nel corso di una funzione religiosa, con l’obiettivo di interrompere l’Eucarestia. Ma si tratta di casi isolati o c’è davvero da preoccuparsi? A sentire la responsabile di Rec News, ci troviamo di fronte al secondo caso.

Nel caso non si fosse capito, la "responsabile" del sito di propaganda russa è la proprietaria del sito che rilancia la sua protesta. Insomma, parla di sé in terza persona quasi sperasse di dare un'aura di autorevolezza a quella che è una sua personale vendetta contro gli agenti che le hanno fatto rispettare la legge.
A detta della signora, dunque, un prete che mette a rischio la salute dei presenti doveva essere laicato libero di poter liberamente contagiare i presenti, un tizio che se ne frega e va in spiaggia deve essere lodato per il suo bullismo contro gli italiani... ed immancabilmente cerca pure di fare terrorismo psicologico sostenendo che gli italiani debbano aver paura di chi difende la salute pubblica al posto di fare come il suo amato Putin che nasconde i contagi e lascia morire la gente sotto silenzio. E già qui vien da ridere davanti ad una sostenitrice di Putin e di Orban che si permette di parlare di libertà personali.

Aggredendo le forze dell'ordine che hanno osato chiederle il rispetto delle norme vigenti, la signora Bartucca scrive:

Il 20 aprile ero in viaggio in autostrada con il mio collega e compagno. Ci stavamo spostando per esigenze lavorative. All’altezza di Frosinone, due volanti della polizia si sono piazzate dietro al mio veicolo. Una mi ha sorpassata e mi sono ritrovata “scortata” dai mezzi che procedevano a passo d’uomo per buoni trecento metri. Le due auto in pratica mi hanno chiuso dentro uno spazio circoscritto. [...] Mi hanno subito chiesto da dove venissi e dove mi stavo dirigendo, per quali motivi. Come avrei organizzato la mia giornata lavorativa e dove lavoro. Hanno dunque chiesto l’autocertificazione. Ho risposto che non ero disposta a compiere un atto illegale, perché ormai il fior fior di giuristi afferma che non si possa e non si debba autocertificare uno stato di salute, e che a commettere reato è l’agente che obbliga a tale gesto. Ho citato la Costituzione e alcune norme: mi è stato risposto che si tratta di mie opinioni, di miei pensieri. Sì – chiosa la giornalista – per Conte e gli esecutori di fatto della dittatura posta in essere, la Costituzione è cosa opinabile, interpretabile. Mi è stato detto che sarei rimasta lì finché non avessi compilato in doppia copia e consegnato il documento, di fatto non lasciandomi scelta. Pensare che gli agenti non hanno neppure saputo spiegarmi per quale motivo e in base a quale legge dello Stato dovevo adempiere a tale obbligo. Mi è parso che, come Conte, non conoscessero neppure la differenza tra Dpcm e decreto legge".

Se non è compito degli agenti fare i giuristi, di certo la signora non può a andare in giro a dire che lei pretende di decidere la legge in virtù di come non le piacciano le regole che vigono per tutti gli altri. E se davvero ritiene che la legge sia incostituzionale, la signora dovrebbe porre il suo dubbio alla Consulta e solo dei giudici potrebbero stabilire se lai ha ragione o se il suo atteggiamento è da ritenersi illecito ed illegale.
E non va meglio osservare con quanto populismo la signora voglia citare la Costituzione mentre lei pare violarla con quel suo sitarello in cui propina ai suoi lettori i video di propaganda omofoba creati da Mosca in quella che ha tutta l'aria di essere una violazione al principio di pari dignità delle persone.

Tirando in ballo quel suo fidanzatino extracomunitario che elogiava lo sterminio dei gay in Cecenia, la signora continua a sbraitare contro Conte dicendo che sarebbe colpa sua se gli amenti hanno fatto il loro lavoro mentre lei cercava di impedirglielo:

Un carabiniere armato “A quel punto – racconta Bartucca – tempestata di domande e con sei torce puntate in faccia, ho esibito su richiesta patente, libretto e carta di circolazione, mentre un altro agente tentava di perquisire la mia auto pezzo per pezzo manco fossi una spacciatrice o trasportassi organi. Ho protestato dicendo che non aveva motivo e diritto di perquisirmi, e ha smesso. Hanno allontanato da me il mio compagno impedendogli di sedersi nell’abitacolo, dunque lo hanno fatto aspettare sotto la pioggia per mezz’ora. Gli hanno domandato cosa fa, e lui ha risposto che lavora per un sito. Fa foto e scrive articoli di opinione. “Che tipo di opinioni scrivi?”, ha domandato uno degli agenti. Devo ammettere che alla domanda sono scattata e ho domandato: “Che tipo di opinioni deve scrivere? Glielo dica lei! Magari qualcosa approvata preventivamente dal premier Conte?”.

Ma dato che dietro alla propaganda russa ci sono sempre gli slogan creati dai fondamentalisti che finanziano l'estremismo di destra, la signora si è messa a citare quel solito Orwel che è sempre sulla bocca di Gianfranco Amato, Mario Adinolfi e Matteo Salvini dietro indicazione di Steve Bannon:

Orwell non è vicino, è già qui. “Anche se – dice la nostra responsabile – a me nel vivere in prima persona la situazione è venuta in mente un’altra distopia: Il Processo di Franz Kafka. Nel romanzo l’inconsapevole protagonista si ritrova vessato da Forze dell’Ordine e tribunali, senza neppure sapere perché. La sua colpa è il suo reato, e il suo reato è la sua colpa. Tutto qui. Noi ormai siamo i contagiati, i portatori del virus, niente di più e niente di meno.

In realtà sarebbe bastato presentare un'autocertificazione e documentare che lo spostamento non fosse di piacere. Sbraitare che gli agenti avrebbero dovuto creare alla sua parola è come sostenere che un imputato debba essere prosciolto se si dichiara innocente. E non va meglio quando la signora inizia a strillare anche che gli agenti non erano disposti a rischiare la loro salute toccando oggetti di un soggetto che si rifiutava di dare dettagli sulla sua salute solo perché lei none era capace di cercare un documento:

Ho deciso che denuncerò l’accaduto, perché sei agenti hanno abusato delle loro funzioni rifiutandosi di identificarsi e perché sono stata trattata come un’appestata: “quello che tocca lei io non lo tocco”, mi è stato detto mentre cercavo di farmi aiutare per districarmi tra le decine di pagine di documenti assicurativi.

In quella dialettica populista in cui i populisti pretendono di poter violare la legge dato che Salvini promette che ad essere perseguitati saranno solo i più deboli mentre ai padani lui regalerà condoni con cui premiare chi ha rubato, è tirando in ballo le sue teorie razziste che la signora incalza:

Faccio parte di un ordine professionale che non approvo, ma nonostante questo verso annualmente nelle sue casse le tasse che devo corrispondere. L’ho fatto anche negli anni in cui ero una precaria dell’informazione. Non occupo una casa popolare rubandola a un’anziano, non mi faccio mantenere a 35 euro al giorno dallo Stato, non spaccio e pur essendo meridionale aborro la mafia e tutto quello che gli gravita intorno. Forse il problema mio e di milioni di cittadini italiani denunciati e multati è proprio questo, perché queste categorie non le disturba mai nessuno.

No, la signora è stata multata perché si è rifiutata di comprovare le esigenze lavorative del suo spostamento e non perché non era una migrante così come la signora si inventa in quella abitudine dei populisti a sostenere che basti dirottare l'odio contro le minoranze per sentirsi legittimati a non rispettare la legge.
2 commenti