Loredana Bertè sull'omicidio di Willy Monteiro: «Si respira aria nazi/fascista, ma lo si nega»

Nel commentare il brutale omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte, Loredana Bertè ha voluto raccontare un episodio della sua vita per lanciare l'allarme sul clima d'odio che una certa politica sta sdoganando:

Negli anni ottanta avevo una band composta da tutti ragazzi afroamericani: i Platinum Hook. Musicisti americani strepitosi! In un day off del tour, non ricordo bene dove fossimo, arrivammo in un albergo.
Io ero già famosa e Aida era con me. All’ingresso, nonostante io fossi una loro cliente da sempre, ci dissero in modo sgarbato che io ed Aida potevamo entrare ma gli altri no perché erano “NE*RI”.
“Se non entrano loro non entriamo nemmeno noi”, girai i tacchi li mandai a fanculo e non ci tornai mai più.
Sono passati 40 anni e, cosa è cambiato?
Cinque codardi contro un ragazzino.
La vita di una persona oggi vale tanto quanto i like di un post.
Si è superato ogni limite
Bullismo, codardia, razzismo ed altre cose orrende.
Urlerei che mi fanno tutti schifo, ma invece, a guardare la foto di quel ragazzino con gli occhi enormi e quel sorriso così dolce, e pensarlo morto, mi viene solo da piangere e non uscire più di casa. Aprite gli occhi, tutti. Perché qui stiamo degenerando all’inverosimile. Si respira aria nazi/fascista ma lo si nega. Quello che è successo a Willy è INACCETTABILE. E deve esserlo per tutti voi. Non si possono tollerare affermazioni o azioni che sono anticostituzionali. BASTA!
Ciao Willy.


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