Il partito di Adinolfi si inventa la bufala del figlio di Trump sospeso da Twitter


L'impressione è che Mario Adinofi solidarizzi con Donad Trump perché anche lui sembrerebbe fondare il suo fatturato su un uso dei social finalizzato ad aizzare all'odio i suoi seguaci a suon di fake-news. Quasi non bastasse la sua bufala "gender" o il suo raccontare che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione", il suo partito è riuscito a confezionare una fake-news ancora più surreale ed imbarazzante.
A detta di Luigi Mercogliano, dirigente napoletano del suo partitino, quegli stessi cattivoni che avrebbero osato sospendere l'account di Trump solamente perché ha aizzato un assalto armato e il saccheggio del Campidoglio (con tanto di tre ordigni esplosivi ritrovati dagli agenti e quattro morti) avrebbero bloccato anche suo figlio, Barron Trump:


Ricorrendo alle loro solite invettive, Mercogliano si inventa che quel povero bambino (ma quanto gli piace usare i bambini a questi? ndr) sarebbe stato accusato di essere «un odiatore seriale» che andrebbe «perseguitato». Ed ovviamente, tra i commenti, troviamo le solite persone che si stracciano le vesti prendendo per buona la "notizia" che il partito di Adinolfi gli ha procacciato:


Ma mentre loro inveiscono contro i «sinistroidi» nel nome di quell'Adinofli che tentò senza successo di diventare segretario del Pd dopo aver condotto una campagna a sostegno della candidatura di Renzi, pare che nessuno di loro abbia anche solo lontanamente pensato di provare verificare i fatti. Eppure sarebbero bastati due minuti per scoprire che il 14enne non ha mai avuto un account Twitter e che la piattaforma ha semplicemente sospeso un account parodia che usava il suo nome:


Ed è così che Mercogliano ha fatto un pieno di odio e si insulti ricolti verso i suoi avversari politici attraverso una squallida falsa testimonianza. Esattamente come ha fatto anche Trump.
4 commenti