La Turchia lascia la Convenzione di Istanbul: «Incoraggia il divorzio e l’uguaglianza delle persone lgbt»


La Turchia ha abbandonato la Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza sulle donne dicendo che «incoraggia il divorzio e l’uguaglianza delle persone lgbt».
La decisione pare prassi della deriva populista, dato che a sostenere che la sistematica discriminazione dei gay possa valere una qualche donna uccisa a botte dal marito furono anche l'Ungheria di Orban e la Polonia neofacsita e da all'organizzazione forzanovista Provita Onlus. Insomma, da tutti gli alleati e i sostenitori di Salvini e della Meloni.
Il documento era stato ratificato nel 2012 e prevedeva una difesa delle donne dagli abusi domestici e dalle mutilazioni genitali. Ma i fondamentalisti dicono he a loro non sta bene che una donna picchiata dal marito possa abbandonare l'uomo che loro sostiene ne detenga la proprietà, così come sono infastiditi da norme che non giustificano l'omofobia di stato. Solo nel 2020 in Turchia si sono contati circa 300 femminicidi, mentre nel 2019 erano stati 474.
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