Borgonovo: «Il ddl Zan limita la libertà di espressione e mette a rischio la libertà religiosa»

Provita Onlus è sempre più tragicomica nella sua jihad a sostegno dei crimini d'odio. Dopo aver sostenuto che il ddl Zan non debba essere approvato perché non piace a quel Camillo Langone che vuole vietare alle donne di poter indossare un bikini, oggi sono andati a chiedere l'opinione di quel Francesco Borgonovo che da anni perseguita e irride la comunità lgbt.

In quell'abitudine delle destre al proporre sempre la stessa cantilena, Borgonovo esordisce asserendo che il ddl Zan non gli piacer perché «è una norma inutile nel senso che non è in grado di fermare l’odio né tantomeno la discriminazione. In compenso è dannosa, perché limita la libertà di espressione e introduce, persino nelle scuole, una visione pericolosamente ideologica della sessualità e dei rapporti tra uomini e donne».
Quindi stupidi a noi a pensare che la discriminazione sia foraggiata da chi dice che i crimini d'odio sarebbero "Libertà di espressione", motivo per cui una qualunque norma avrebbe quantomeno l'effetto educativo di sbugiardare quella bufala. E neppure è chiaro che tipo di sessualità vorrebbe insegnare lui nelle scuole dato che non gli sta bene si condanni chi bullizza un compagno perché gay. Ma è parlando sempre di "ideologia" e di altre parole astratte che Borgonovo cerca di fomentare paure irrazionali senza proporre una sola vera argomentazione al suo astio:

Non c’è solo l’aspetto educativo-pedagogico, c’è l’introduzione di una visione ideologica LGBT a tutti i livelli. Con la scusa di insegnare il rispetto e la tolleranza, il ddl Zan porta nelle aule scolastiche questa visione ideologica. Ciò non significa che si spingeranno i bambini a diventare omosessuali: sostenere una cosa simile vorrebbe dire uniformarsi alla caricatura che le associazioni arcobaleno sono solite fare di chi non la pensa come loro. Quello che intendo dire è che si diffonderà un’ideologia che, secondo me, mina alle fondamenta la concezione dell’uomo. Inoltre, questa ideologia non si limiterà ad entrare nelle scuole ma influenzerà tutto il dibattito politico e probabilmente anche una serie di decisioni prese a livello sociale e giuridico.

Ed ovviamente inizia a dire che lui teme che le donne trans possano avere rispetto:

Se si stabilisce che l’identità di genere debba dipendere dal mero desiderio (ad esempio: se voglio diventare donna, mi basta una firma su un documento) e prescindere del tutto dal dato biologico, si distrugge l’identità femminile. Curioso paradosso: si rifiuta la biologia ma, allo stesso tempo, si stabilisce che modificare il corpo basti a creare un individuo di sesso diverso. Lo spirito, e in fondo anche la cultura, vengono distrutti. Se per diventare donna mi basta “desiderarlo”, tutte le lotte femminili degli ultimi decenni perdono di senso in un lampo. Infatti, le femministe si sono schierate contro questo ddl ma la sinistra, in genere sempre pronta (a parole) a difendere la dignità della donna, se n’è fregata: siamo al femminicidio culturale.

Da notare è come le fantomatiche "femministe" siano solo la solita Terragni, oirmai usata come un ariete dalla propaganda di estrema destra contro la dignità delle donne trans. Ed è buffo che Borgonovo e i suoi amichetti sembrino così insicuri della loro identità sessuale da paventare l'ipotesi che la mancata discriminazione li avrebbero fatti sentire donne.
Il punto di partenza è il loro negare che l'identità di genere esista a prescindere dal corpo e che il loro voler chiudere gli occhi davanti alla realtà non serve a farla sparire, serve solo a discriminare chi è vittima della loro incapacità a rapportarsi con tutto ciò che non è una diretta espressione di loro stessi.

Borgonovo arriva persino a sostenere che senza omofobia non ci sarà più "libertà d’informazione" e che la religione non possa più essere usata come giustificazione alla violenza:

La libertà d’informazione è calpestata già adesso, figuriamoci cosa accadrà dopo. In realtà, la libertà d’espressione, pur essendo un problema gravissimo, non è grave quanto la penetrazione ideologica nelle scuole. Alla censura in fondo siamo già abituati da tempo. Semmai è più facile che un domani venga messa a rischio la libertà religiosa, questo sì.

È proprio certo che la "libertà religiosa" debba includere la sistematica discriminazione di interi gruppi sociali?


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