Salvini organizza una diretta social con il 21enne sfregiato a Verona, ma poi lo usa per farsi campagna elettorale sul coprifuoco

È incredibile come Matteo Salvini riesca a sporcare qualunque cosa. Come un avvoltoio, il padano ha organizzato un circo mediatico attorno alla storia di Michele Dal Forno, lo studente 21enne di Verona che è stato colpito da una coltellata dopo essere intervenuto in un litigio per difendere una ragazza. Lo ha contattato via Facebook e ne ha profittato per farsi un po' di campagna elettorale proponendo i suoi soliti slogan contro il coprifuoco.
Gli ha detto che «Verona è una città straordinaria come tante altre città italiane» e che lui ritiene che «merita di essere visitata anche dopo le 10 di sera, perché di questo coprifuoco onestamente non se ne può proprio più!». In altre parole, non è sembrato così interessato al giovane quanto gli interessava sottolineare che lui si è starnuto dal approvazione del Dl Covid al consiglio dei ministri perché i sondaggi gli dicono che i suoi elettori vorrebbero fregarsene delle regole sanitarie mentre centinaia di italiani muoiono in terapia intensiva.
Inoltre, dato che Salvini non ha alcun ruolo istituzionale e non rappresenta che sé stesso, il suo cercare di sostituirsi alle istituzioni pare l'ennesimo smacco alla democrazia. È lo stato che dovrebbe ringraziare i cittadini, non un capo di partito che si butta su chiunque possa aiutarlo a recuperare consensi in una strumentalizzazione delle persone.


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