I supermercati NaturaSì strizzano l'occhio ai no-vax


NaturaSì ha deciso di compiacere i no-vax, proponendo di pagate con i soldi rei loro clienti dei tamponi gratuiti ai dipendenti negazionisti che pretendono di stare a contatto con il pubblico senza essersi vaccinati:



La mossa non pare molto furba, dato che quella catena di supermercati dovrà ora mettere in conto la possibilità di poter perdere tutti quei clienti che hanno fatto il loro da cittadini andando a vaccinarsi. Ed è difficile capire perché un consumatore dovrebbe accettare che sul prezzo dei prodotti acquistati verrà aggiunto il costo dei tamponi da concernere a quei negazionisti che si rifiutano di immunizzarsi.
Pare un po' come la folle mossa che portò la catenda di Acqua & Sapone a pubblicare articoletti contro le famiglie arcobaleno incentrati sulla propaganda dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus , motivo per cui è dal 2016 che molti gay non spendono un solo euro nei loro punti vendita.

Attraverso un comunicato inviato ai dipendendi, la catena di supermercato teorizza che la scienza epidemiologica sia «opinione»ù, e che il negazionismo sia «libertà» come la definiscono i neofascisti:

Carissimi collaboratori, stiamo tutti vivendo una situazione difficile, per molti versi paradossale, innescatasi con la comparsa del virus. Non vogliamo come azienda prendere posizione in questa Babilonia di voci assordanti e contraddittorie, ora è molto difficile distinguere la verità dalla menzogna, la realtà dalla semplice opinione. Di una cosa siamo certi: la libertà individuale. Cerchiamo di difenderla con tutte le nostre forze per non entrare nel meccanismo di lotta e di divisione tra le persone che questa situazione sta innescando. Siamo in un'epoca in cui ogni persona ha la possibilità ed il dovere di decidere della propria vita e della propria responsabilità nei confronti di se stesso, della natura e della comunità umana. Oggi più che mai c'è la possibilità di conoscere e conseguentemente di fare scelte coerenti e consapevoli.
Come azienda quindi abbiamo deciso, nel rispetto della libertà di oguno e per evitare discriminazioni nell'ambito del lavoro, di permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda. Per chi quindi ha deciso, con coscienza e responsabilità, di non vaccinarsi provvederemo a contribuire al costo dei tamponi richiesti dalla legge (fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31/12) per esercitare il proprio compito lavorativo, a meno che lo Stato non provveda alla spesa come fa per i vaccini.

Orbene. E perché mai lo stato dovrebbe pagare costosi tamponi dia eseguire ogni 3 giorni visto che già offre gratuitamente vaccini che hanno un costo assai inferiore per la collettività? Da quando la collettività dovrebbe farsi carico dei costi del negazionismo? Ed esattamente, quale "discriminazione" ci sarebbe nel chiedere a chi ha fatto certe scelte di assumersene la responsabilità?

Prosegue il comunicato:

Chiediamo in azienda discrezione e rispetto per qualsiasi scelta di ogni persona in libertà si senta di fare e vorremmo fosse impegno di ognuno evitare di entrare in un meccanismo di giudizio, discriminazione, tanto più che lotta che è uno dei problemi maggiori che sta innescando questo virus nei rapporti tra le persone, oltre che occupare le nostre coscienze che dovrebbero essere impegnate su compiti e pensieri ben più fecondi per l'umanità che non essere prese da sentimenti di paura e di conflitto tra persone.

Quindi quei negazionisti che stanno impedendo la ripresa del Paese sarebbero dei poveri "discriminati" che meriterebbero "rispetto"?

Se Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, lancia l'allarme osservando come «il rischio è che alcuni interpretino questo atto come un supporto alla filosofia No-vax», plaudono all'iniziativa i gruppi di estrema destra:



Il quotidiano della destra romana dipingono la catena dei supermercati NaturaSì come la nuova Mecca dei negazionisti legati all'ultra-destra, inventandosi anche che Burioni (odiatissimo da chi preferisce curarsi con gli antiparassitari per cavallo che tanto piacciono a Salvini) avrebbe lanciato un boicottaggio anche se il professore si è limitato a dire che lui non entrerà più in quei negozi.
Insomma, siamo davanti all'ennesimo atto che mira a creare discriminazioni con la scusa della non-discriminazione verso chi chi non accetta di fare la propria parte per il bene comune. E ci spiace per Il Tempo, ma non siamo ancora in dittatura e quindi i consumatori hanno ancora il diritto di scegliere in quali supermercati fare la spesa.
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