Il partito dei vescovi attacca l'UE, sostenendo ogni stato debba poter discriminare i gay e le loro famiglie


Mentre il Papa era in Ungheria ad elogiare le leggi anti-gay di Orban, il partito dei vescovi è sceso in campo per chiedere che si voti Matteo Salvini e Giorgia Meloni in quanto veri omofobi che si oppongono alla parità di diritti per le persone gay.
Sostenendo che loro vorrebbero un'Europa di banchieri che non si occupi di diritti umani, il giornale dei vescovi ha offerto una surreal interpretazione della risoluzione del Parlamento Europeo che chiede il riconoscimento dei gay e delle loro famiglie in modo da garantire loro l'accesso al diritto fondamentale sulla libera circolazione:



Dal titolo è evidente che i signori di Avvenire teorizzino che ogni stato debba poter discriminare i propri cittadini se ciò fa felice i vescovi più vicini alla destra neofascista. Ed è così che loro ci spiegano che che la seconda moglie di Adinolfi debba essere ritenuta come una consorte legalmente riconosciuta ovunque lui vada, ma i mariti dei gay o i figli dei gay possano essere cancellati o eliminati se la famiglia si sposta in uno stato omofono.
Per garantire un uso propagandistico dell'omofobia, il quotidiano dei vescovi sceglie anche di precisare a caratteri cubitali che Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro la mozione, manco ritenessero un vanto.

Scrivono così:

Riconoscere i matrimoni omosessuali in tutta l’Ue e i relativi rapporti di genitorialità. A chiederlo è il Parlamento Europeo, in una risoluzione approvata ieri durante la plenaria a Strasburgo con 387 sì, 161 no e 123 astensioni. Tra i no figurano quelli della Lega e di Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia si è divisa (Isabella Adinolfi ha votato sì, Massimiliano Salini no, gli altri si sono astenuti). Divisione analoga a quella complessiva del gruppo del Ppe. No della destra euroscettica Id (di cui fa parte la Lega), diviso invece il gruppo dei Conservatori (di cui fa parte Fratelli d’Italia).

Sostenendo che la discriminazione sia belle e che si debba gioire quando uno stato strappa i bambini ai loro genitori, aggiungo pure:

Va ricordato però che, trattandosi di una risoluzione, il documento non ha alcun valore vincolante per gli Stati membri, del resto da trattato Ue il diritto familiare è strettamente competenza nazionale. Le polemiche, tuttavia, sono subito esplose. «È inaccettabile - tuona la leghista Simona Baldassarre - che l’Unione Europea si ostini a operare ingerenze nel diritto di famiglia, che resta e resterà sempre competenza esclusiva degli Stati membri».

Pare curioso che abbiano scelto proprio il commento di una leghista, ossia quel partito che sostiene che le note vaticane debbano avere valore legale nel nostro Paese. E lo stesso si potrebbe dire di Avvenire, impegnato a screditare le risoluzioni dopo avre esaltato le "note verbali" con cui il Vaticano chiedeva fossero rispremiate aggravanti a chi delinque sulla base dell'orientamento sessuale o l'identità di genere della vittima.
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