Adinolfi torna a difendere i portuali triestini, tirando in ballo i "farabutti drogati dei rave party"


Mario Adinolfi è tornato a schierarsi con i fascisti che stanno occupando il Porto di Trieste per protestare contro il greenpass e la tutela della salute dei lavoratori. Ed ovviamente lo ha fatto ricorrendo a quelle false contrapposizioni che tanto piacciono alle destre populiste, asserendo che la polizia non dovrebbe ripristinare la legalità perché lui odia molto di più chi partecipa ai rave parti. Il nesso? Ovviamente non c'è, ma chi vive di polemica non pare preoccuparsene mentre stupra un ragazzo morto pur di cercare di legittimare dei violenti alla Fabio Tuiach:



Non sarà che i partecipanti al rave party non siano stato trattati come i novax triestini perché non bloccavano l'arrivo di cibo, medicinali e beni di prima necessità come Tuiach? Non sarà forse che il problema sia una protesta di matrice fascista che cerca di danneggiare l'Italia portando il traffico portuale nei porti croati?
E perché Adinolfi non dice nulla sulla blasfemia di un Fabio Tuiach che inneggia a Hitler mentre brandisce rosari davanti alla polizia nel rivendicare il suo fantomatico "diritto" al menefreghismo delle misure di garanzia della salute dei lavoratori?

Nelle scorse ore, anche il co-fondatore del partito di Mario Adinolfi si è presentato a Trieste per incoraggiare le proteste. Intanto i seguaci di Adinolfi si sono affrettati a validare quel suo paragone tra quattro ragazzi che si drogano e dei gruppi di fascisti organizzati che vogliono ricattare lo stato:



Il bello è che questi fanno pure a gara nell'insultare il prossimo mentre dicono di autopercepirsi come "cristiani".
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