L'isterica reazione di Adinolfi davanti all'assoluzione di Oliveiro Toscani
Mario Afinolfi vuole una legge fascistissima che gli permetta di poter mettere in carcere gli oppositori politici. O perlomeno, lui accusava il ddl Zan di essere tale, asserendo che il suo far soldi dicendo che i gay sono pedofili dovesse essere ritenuta una sua "libertà di opinione" da tutelare anche se si trattava di una calunnia finalizzata ad istigare discriminazione.
Ora, però, schiuma perché Oliviero Toscani non è stato condannato per aver espresso opinioni critiche sull'operato della Chiesa, ad iniziare dal tentativo di impedire l'uso di preservativi in Africa mentre migliaia di persone morivano di Aids.
In quella sua abitudine a riportare ogni tema sempre e solo a sé stesso, si autocompiace del suo dirsi un sedicente "cattolico" che esulta all'idea di vietare il diritto di opinione altrui. Si inventa che lui starebbe "difendendo" i santi asserendo che si debba tenere davanti ai molti i bimbi morti in Africa visto che lui pare ritenere che sia più importante tacere sulle colpe della Chiesa che ammettere che certi dogmi abbiano causato migliaia di vittime. E scrive:
Immancabile è la falsa contrapposizione, tipica della retorica neofascista sin da quando la meloni iniziò a tirare in ballo i marò. Mettendo alla gogna i nemici di Salvini, attacca con ferocia il povero don Giorgio De Capitani dicendo che chi difende la libertà di pensiero non dovrebbe poi poter denunciare il suo amico Salvini per diffamazione. Peccato che opinione e diffamazione non siano sinonimi, tant'è che è solo quest'ultima a costituire reato.
Quindi appare ridicolo che Adinolfi accusi chi difende il diritto alla lecita critica di non essere coerente perché denuncia chi ha superato il limite.
E state tranquilli, Adinolfi non rinuncerà mai al suo lucroso business dell'intolleranza e sta solo facendo vittimismo, come d'altronde fa sistematicamente da anni mentre frigna che lui si sente discriminato perché non può discriminare quanto vorrebbe.