Il leghista Pillon torna a difendere le molestie sessuali


Dopo aver deciso di proporsi come il senatore pro-stupri che insulta e diffama le donne che non hanno taciuto dinnanzi alle molestie sessuali perpetrate da alcuni alpini ubriachi citando fake-news di matrice fascista, il senatore leghista Simone Pillon tenta ora di irridere le molestie al pari di come è solito deridere ogni crimine da dai promosso.
Forte della sua appartenenza ad un partito in cui Salvini rappresentava le donne con bambole gonfiabili ai suoi comizi, è tentando si sostenere che la violenza sessuale non esisterebbe come lui giura non esisterebbe sessimo, omofobo ai razzismo che scrive:



Ovviamente i fatti sono diversi da come li racconta il senatore leghista. L'uomo da lui irriso è stato licenziato ed ha accusato il suo superiore, Jamie King, di molestie sessuali per essere stato definito "bald c*nt" (ossia c*zzo pelato). Finn ha ribadito che il problema non era il linguaggio inappropriato, piuttosto il commento sul suo aspetto fisico.
Il tribunale del lavoro ha concluso che le osservazioni sulla calvizie del signor Finn sono state fatte con l'intento di ferire l'uomo. I giudici hanno affermato che il comportamento di Jamie King ha rappresentato una "violazione della dignità" della persona e ha "creato un ambiente intimidatorio" per l'elettricista.

Non è chiaro che modo Pillon ritenga che irridere le molestie sul lavoro dovrebbe legittimare alpini ubriachi a molestare sessualmente oltre 500 donne per strada. Appare però evidente che il senatore sembri voler prendere le difese di chi commette abusi e voglia macchiarsi di bullismo verso le loro vittime.
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