Continua la campagna diffamatoria integralista contro Gayburg. Ora ci accusano di "promuovere la pedofilia"


Già nel 2016 Adinolfi diceva che Gayburg «va chiuso immediatamente». Venerdì sera parlava di «toglierci la pelle». Grazie a parole come quelle, i suoi proseliti sono arrivati a minacciarci di voler usare «un bel calibro 12 a pompa» per freddarci o di essere pronti ad «organizzare una spedizione punitiva» in stile Charlie Hebdo per costringerci al silenzio. Tutto questo attraverso messaggi pubblicati sulla sua pagina Facebook, mai rimossi da Adinolfi.
Pare dunque evidente la violenza di certe lobby e il loro desiderio di mettere il bavaglio a chiunque osi dissentire dal loro pensiero unico, magari ricorrendo anche all'omicidio. E pare ipotizzabile sia in anche in atto una campagna in stile squadrista che porta molte persone legate al gruppo al fondamentalista romano che a dichiarare pubblicamente di averci denunciato. Ad oggi non c'è stato alcun seguito, ma quelli restano chiari segnali intimidatori

Dato che al peggio non pare esistere fine, oggi abbiamo scoperto che qualcuno ci ha pubblicamente accusati di promuovere la pedopornografica ed ha pubblicamente chiesto a Google di censurarci sulla base di quelle accuse infamanti e palesemente infondate:



Se chi ci legge regolarmente saprà riconoscere immediatamente quanto siano false, infamati e inaccettabili quelle accuse, agli altri spieghiamo che possono leggere ogni singola pagina del nostro sito e mai troveranno un solo testo che possa giustificare un'accusa tanto diffamatoria. Anche perché i preti pedofili sono sono stati pizzicati a spellarsi le mani ai comizi di Adinolfi, di certo non vengono a leggere noi e le nostre ferme condanne di ogni abuso su minori, donne e adolescenti lgbt.
Nonostante quel testo non riporti firma e sia consultabile solo parzialmente, è facile sospettare che il messaggio possa essere riconducibili proprio a quel Mario Adinolfi e a quella Zaira Bartucca che nel 2021 gettarono fango contro di noi inventandosi che noi faremmo circolare «immagini pedopornografiche» e che noi avremmo un «immaginario estremamente pericoloso, violento e pedopornografico». Adinolfi arrivò persino a definirci «pedofili» perché avevamo constato che chi si intesta la "famiglia" e ha anche la pretesa di dire agli altri come dovrebbero vivere fosse impegnato nella promozione di politiche contro la libertà di scelta delle donne che avrebbero rischiato di rovinare l'esistenza anche alle sue stesse figlie. Lui reagì scrivendo:



Speri siate tacciati. Dovete essere messi nella condizione di non nuocere. Potrei togliervi la pelle. A scriverlo è quel tizio che ha passato mesi a sostenere che i reati d'odio fossero "libertà di opinione" e che dice che lui ha il diritto di non farsi vaccinare ma i malati terminali non devono avere il diritto di decidere della propria vita.
1 commento