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Elena Donazzan continua a parlare di Cloe Bianco al maschile anche dopo il suicidio

L'assessora Elena Donazzan allontanò la professoressa Cloe Bianco dall'insegnamento perché transessuale, partecipando a varie trasmissioni televisive che la videro umiliarla in diretta nazionale. Ora, persino dopo il suicidio di Cloe, l'assessora continua a chiamarla al maschile.

Ospite a Radio 24, l'esponente di Fratelli d'Italia ha dichiarato:

Il movimento LGBT sta usando, e questa è una cosa abbastanza sconvolgente per me, sta usando la morte tragica di una persona, per farne una polemica politica. Io credo che oggi chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento LGBT, perché a sette anni di distanza cercare visibilità attribuendo una responsabilità senza farsi la domanda se forse tutto quel loro clamore, tutto quel loro aver sempre usato in vita quando il professor Blanco fece coming out su qualcosa di diverso, perché dire che si è omosessuali è un’affermazione, presentarsi in classe – perché questo accadde – con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora come bandiera di grande coraggio e oggi viene usato per fare una polemica tutta politica perché io sono di Fratelli d’Italia.

La signora Donazzan ha poi rivendicato con orgoglio il suo definire Cloe Bianco come «un signore vestito da donna»:

Beh che cos’è? Oggi, lei è a Milano, c’è il sole o la pioggia, io sono povera ingrata e c’è il sole, anche se io volessi che piovesse oggi, il sole sarebbe comunque splendente nel cielo. Che quella persona fosse un uomo, bene, e decidesse di sentire la propria sessualità in modo suo, diverso, particolare, omosessuale, transessuale bene, non è la scuola il luogo della ostentazione, perché di questo si trattò.

Sempre parlando al maschile della professoressa, òa Donazzan ha iniziato cercare di sostenere che le conseguenze delle sue azioni siano di altri:

Il movimento LGBT che tra l’altro è una minoranza del movimento LGBTPQIR o quello che è perché ho perso il conto delle lettere, quanto l’hanno lasciato solo, quanto l’hanno usato? Forse i responsabili dovrebbero guardarsi dentro e forse la responsabilità di questo gesto drammatico è da ricercare in coloro che usano la sessualità e la sfera privata per farne una battaglia politica.

Quando il giornalista le ha fatto notare il suo usare il maschile, la Donazzan ha incalzato:

Che questa persona si sentisse omosessuale con una sessualità diversa, è un fatto privato e della sfera privata, resta il professor Bianco, e quando fece il concorso, quando venne assunto da precario, se lui a casa a quel tempo, con gli amici, o fuori dalla scuola, faceva altro, questo è nella sua legittima sfera privata personale dei comportamenti. Ma a scuola con seno finto parrucca tacchi la minigonna, così si presentò, non si va.

Luca Zaia dovrà rispondere alla storia per aver dato la delega alle Pari Opportunità della Regione Veneto ad una persona che si rivolge alle donne trans usano il maschile. E verrà anche il giorno in cui la signora Donazzan dovrà rispondere a Dio delle sue colpe. E quel giorno, forse, per lei ci sarà solo pianto e stridore di denti.


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