La Lega vuole ostacolare l'accesso alla RU486

Il leghista Simone Pillon elogia il suo social manager per il suo sostenete che che le ragazzine andrebbero costrette con la forza a partorire dopo che la loro Maria Rachele Ruiu di Fratelli d'Italia è andata per scuole ad incentivare il sesso non protetto tra gli studenti. Praticamente, prima si battono per farle restare gravide e poi cercano di costringerle al parto in quello che appare come un progetto luciferino.

E se Montevecchi è un tizio che ha fatto carriera nella Lega confezionando video volti a insultare i migranti, appare chiaro che ora vogliano puntare a cancellare i diritti delle donne con la scusa che la "difesa della vita" passerebbe dal costringere le donne al parto mentre si lasciano affogare i figli dei migranti nel Mediterraneo.
Montevecchi sostiene così che abbiano fatto bene le regioni a guida leghista che rendono difficile l'accesso alla pillola, sostenendo che sarebbe per le donne che bisognerebbe ostacolare le loro scelte e imporre difficili e dolorosi ricoveri ospedalieri. Si amai che predisporre un percorso ad ostacoli non possa costringere qualche ragazzina a subire ciò che lui e Pillon vogliono venga fatto con i loro corpi.

Da buoni populisti, i due leghisti cercano di banalizzare il tema delle gravidanze non desiderate sostenendo che l'unico motivo per cui una donna sceglierebbe di non avere figli è perché lo stato non la paga:

Voler sostenere che i soldi siano l'unico motivo per cui le donne sceglierebbero di non partorire è oltre il ridicolo. Ma si sa che questi personaggi amano banalizzare temi complessi per cercare facili consensi, magari negando la gravità della pandemia per fare felici i no-vax e i neofascisti:

Sempre preferendo gli insulti alle argomentazioni, Montevecchi ha anche dedicato la vittoria della Meloni ai malati terminali che lui vuole torturare, ai gay che lui vuole discriminare e alla sua guerriglia contro i valori dell'Unione Europea:

Nulla di strano, dato che lui sogna una dittatura in stile Orban che ci traghetti tra le braccia di Mosca.


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