Il compagno della Meloni ci ha mentito


Il compagno della Meloni ci ha mentito. Per sostenere che avesse ragione il consigliere lombardo della Meloni ad affermare che non esisterebbe alcun cambiamento climatico, è a vantaggio della propaganda della madre di sua figlia (che però non è sua moglie anche se lei si dice paladina della "famiglia tradizionale") che il signor Giambruno ha mandato in onda un’immagine fuorviante volta a sostenere che nell'estate del 1967 siano stati toccati i 42 gradi a Roma.

Premesso che resterebbe comunque surreale paragonare un evento eccezionale a temperature che ormai rappresentano norma, l'articolo scelto dal compagno della Meloni risulta essere stato originariamente pubblicato sul Corriere d’Informazione il 26 luglio 1967.



Dato che gli articoli andrebbero letti per intero, è nel testo che viene chiaramente esplicitato che i 42 gradi non corrispondono a una misurazione ufficiale, ma sarebbero il frutto di una non meglio definita registrazione «all’ombra». Infatti l'articolo dichiara che la misurazione ufficiale del centro meteorologico corrispondeva a 38 gradi centigradi.
Contattato da Facta, il Sistema nazionale per l’elaborazione e la diffusione di dati climatici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale afferma che la temperatura massima registrata a Roma il 25 luglio 1967, ovvero nella giornata alla quale fa riferimento l’articolo del Corriere d’Informazione, è stata di 35,6 gradi. E confermano che prima del 2005 non è sia mai stato registrata alcuna temperatura massima superiore ai 40 gradi.
Quindi quando il compagno del "signor presidente" Meloni afferma che in estate ha sempre fatto caldo e dunque non sarebbero notizia gli incendi in Sicilia e i nubifragi in Lombardia e in Emilia, nega avesse ragione Repubblica a scrivere che Roma non aveva mai raggiunto i 42 gradi prima del luglio 2023. Il tutto nell'evidenza di come le temperature vadano guardate nel lungo termine, perché citare singoli casi isolati ed eccezionali per negare un trend consolidato non ha alcun senso.

Riguardo alla "grandine che sconquassa Milano", il quotidiano pubblicò l'immagine di una strada banalmente allagata, non di alberi spaccati dal vento:



Quindi andrebbe anche compresa quale sia la percezione davanti a fenomeni estremi. Perché se nel 1967 una strada allagata era considerata uno "sconquasso" e oggi si tenta di sostenere che vedere alberi spezzati dal vento sia un fatto del tutto normale, forse è proprio perché qualcosa è cambiato.
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