Coghe diffama il Roma Pride, inventandosi che metterebbe "in pericolo la salute psicologica e fisica dei minori"


Come ogni anno, l'organizzazione forzanovista Provita Onlus ha lanciato la solita campagna diffamatoria contro il Roma Pride. Mentre Jacopo Coghe lui si vanta di come Roberto Vannacci si sia impegnato formalmente a portare in Europa la sua agenda oscurantista, urla che a lui non sta bene che delle istituzioni democratiche possano patrocinare le manifestazioni di chi è vittima del suo odio. Peccato che il suo inventarsi che lui rappresenterebbe "stragrande maggioranza dei cittadini" e che l'assenza di odio omofobico metterebbe "in pericolo la salute psicologica e fisica dei minori" non fa che sottolineare l'assenza di argomentazioni a sostegno delle sue pretese liberticide.
Se poi si considera che la sua Mara Rachele Ruiu ha perso le elezioni e che la maggioranza dei cittadini romani ha votato Gualtieri, il suo auto-proclamarsi maggioranza diventa ancor più surreale. E non meno inaccettabile è il suo sostenere che il Sindaco avrebbe "consegnato" Roma alla fantomatica "lobby gay".

Buffi sono anche i giri di parole con cui l'estremista si lamenta di chi non condivide le sue istanze, ossia il voler vietare l'esistenza alle persone trans, negare le cure ai minori con disforia di genere, rendere orfani i figli dei gay e trasformare le scuole in campi di rieducazione omofoba:



La verità è che nessuno vuole imporre nulla a nessuno, al contrario della sua organizzazione che vorrebbe imporsi nelle vite altrui e costringere gli altri ad assecondare ogni loro pretesa.
Se poi si considerano le statistiche sui suicidi che verrebbero istigati dalle sue istanze, dato che la scienza ha appurato che accettazione e tutele scongiurano morti evitabili, tutto farebbe pensare che l'unico che sta attentando alla salute psico-fisica dei minori parrebbe lui.
In tema di GpA, pare curioso che Coghe si dimentichi sempre che ad accedervi sono soprattutto eterosessuali. E se lui pretende di poterne chiedere il divieto ogni volta che non è il suo Muska ricorrervi, in democrazia è lecito che anche gli altri possano dire la loro. E di certo inventarsi che i bambini avrebbero il "diritto" di avere i genitori del sesso che dice lui pare solo una supercazzola basata sul pregiudizio.
Per concludere la carrellata, nessuno ha "censurato" i suoi osceni manifesti. La realtà è che erano quelle porcherie a violare i regolamenti pubblicitari in quanto atti ad attaccare la dignità umana. Se avesse voluto poter esporre manifesti, gli sarebbe bastato rispettare la legge e non stampare oscenità contrarie al buongusto e alla morale.

A dispetto di ciò che sostiene Coghe, il manifesto politico del Roma Pride (che si celebrerà il prossimo 15 giugno) parrebbe proporre solo punti di puro buonsenso:

  • Chiediamo il pieno riconoscimento del matrimonio egualitario.
  • Difendiamo e celebriamo tutte le forme di famiglia. Pieno riconoscimento alla nascita dell3 figli3 delle coppie omogenitoriali e dei rispettivi genitori.
  • Rivendichiamo il pieno rispetto dell’autodeterminazione dell’identità di genere di ogni persona, compresa la possibilità di scegliere liberamente i percorsi di affermazione che meglio rispondono alle loro esigenze e desideri, senza interferenze esterne o giudizi discriminatori, senza sovradeterminazioni di carattere psicologico, fisico e medico.
    Rivendichiamo con fermezza l’abolizione della pratica dannosa delle “terapie riparative” o “tentativi di conversione”, battendoci per la difesa e il sostegno delle persone LGBTQIA+ nella loro autenticità, dignità ed integrità fisica e mentale.
  • Difendiamo gli spazi sicuri in ogni ambito della società, chiedendo l’eliminazione delle discriminazioni nelle scuole, nelle università, nello sport, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni pubbliche.
  • Lottiamo affinché anche il mondo dello sport diventi uno spazio sicuro.
  • Rivendichiamo la piena accessibilità ai servizi sanitari per le persone LGBTQIA+.
  • Ci opponiamo fermamente a ogni forma di fascismo, razzismo e discriminazione.

Esatto. Praticamente non c'è traccia delle mistificazioni che Coghe racconta ai suoi proseliti. Ma evidentemente lui pensa che chi lo legge sia idiota e dunque gli propina qualunque stupidaggine gli venga in mante...
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