L'Omocausto
Omocausto è il termine con cui si indica lo sterminio degli omosessuali compiuto dal regime fascista. Si stima che gli omosessuali internati nei lager siano stati almeno 50.000.

Prima dell'avvento del Terzo Reich, Berlino era una città liberale e ricca di locali gay, Poi qualcosa è cambiato.

I primi lager nacquero in Germania nel 1933 e, in rapida progressione, in tutte le nazioni europee invase dal Terzo Reich.

Era questo il simbolo con cui i nazisti marchiavano i deportati gay. Il colore serviva ad umiliare la loro mascolinità.

Era questo il paragrafo del codice penale tedesco che criminalizzava l'omosessualità. In nome di quel codice, i gay vennero tenuti in carcere anche dopo la caduta del nazismo.

Intenzionati a uniformare la popolazione e a cancellare qualunque forma di diversità, il nazismo cercò di "curare" l'omosessualità.

Era il 10 ottobre 1936 quando un decreto emanato da Heinrich Himmler permise alle autorità naziste di rilevare i dati di decine di migliaia di uomini gay.

Nel 1943 fu il giurista Rudolf Klare, vicino ad Himmler, ad organizzare un convegno in cui propose lo sterminio fisico dei gay.

Tra castrazioni e violenze, i nazisti fecero esperimenti aberranti nel tentativo di "curare" i gay deportati nei campi di concentramento.

Nel 1972, lo studente universitario Heinz Heger fi il primo a denunciare le deportazioni dei gay nei campi di concentramento nazisti e l'esistenza dei triangoli rosa.

Il 6 maggio 1933, alcuni Studenti tedeschi e Squadre di Assalto nazista assaltarono e distrussero i libri dell'Istituto di scienze sessuali.

Un documentario di Rob Epstein e Jeffrey Friedman che racconta la persecuzione degli omosessuali durante il nazismo.