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I Gay Pride di Palermo e Torino

Sabato pomeriggio le vie di Palermo e di Torino hanno accolto migliaia di manifestanti che hanno deciso di prendere parte ai due pride.
A Palermo, dove si celebrava il trentesimo anniversario dell'apertura del primo circolo Arcigay della città, sono state 10 mila le persone che secondo l'organizzazione hanno preso parte al corteo (poco più di un migliaio secondo la Digos). Al loro fianco anche dieci carri multicolore, sul primo dei quali c'erano due uomini -di cui uno in abito da sposa- che hanno simulato la cerimonia di un matrimonio. Madrina dell'evento l'ex parlamentare di Rifondazione comunista, Vladimir Luxuria.
L'unica nota stonata della manifestazione è stata l'iniziativa di alcuni militanti del gruppo giovanile Giovane Italia che hanno affisso manifesti e striscioni contro i matrimoni gay e le adozioni lungo l'intero percorso del corteo.

Anche a Torino in migliaia sono scesi in piazza con lo slogan "I diritti sono il nostro pride". Tra canti e balli, il corteo ha attraversato il centro cittadino con lo scopo di rivendicare dei diritti irrinunciabili come l'autodeterminazione, la laicità, l'antirazzismo e l'antifascismo.
La città di Torino è da anni in prima fila nella lotta per i diritti della comunità lgbt: proprio sotto la Mole Antonelliana si è svolto il primo Gay Pride italiano nel giugno 1979 e il comune della città è stato il primo ad aprire nel 2001 il "Servizio lgbt per il superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere".
L'organizzazione della manifestazione ha ricevuto anche una lettera da parte di Don Gallo che spiegava il perché della sua assenza fisica, ma non certo spirituale, alla manifestazione: «Avrei voluto essere con voi, oggi, per le strade di Torino a cantare, ballare con gioia e allegria per tutto il lungo e festoso corteo -ha scritto- Ma un povero vecchio prete come me ultraottantenne non può più riuscirvi. Tuttavia la Comunità San Benedetto al porto ha voluto essere presente a questa grande giornata di orgoglio e di diritti per i quali oggi avete manifestato».


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