Svastichella: pena ridotta a soli 4 anni


Ricordate la storia di Alessandro Sardelli, soprannominato "Svastichella"? E' l'uomo che il 22 agosto 2009 aggredì due ragazzi all'uscita del Gay Village, ferendone uno in modo grave. Venne ritenuto colpevole di tentato omicidio, lesioni e porto improprio di arma e condannato a sette anni di reclusione (pena che risultava già automaticamente ridotta di un terzo per effetto della richiesta del rito abbreviato da parte dell'imputato).
La sentenza d'appello pronunciata in questi giorni, però, gli ha ridotto ulteriormente la pena a soli 4 anni, riconoscendogli lo stato di semi infermità mentale. L'avvocato dell'aggressore, però, pare non volersi accontentare ed oltre ad aver già chiesto gli arresti domiciliari per il suo assistito, si è detto intenzionato a ricorrere in Cassazione per cercare di ottenere un'ulteriore riduzione.
Amara è stata la reazione di Dino, il ragazzo che ha riportato le ferite maggiori (a destra nella foto di apertura mentre mostra le cicatrici che gli stono state procurate dal suo aggressore): «Sono davvero indignato di fronte a questa decisione, per un tentato omicidio solo quattro anni? Non ho parole, il bello è che non sarò neanche risarcito dei danni da me subiti visto che quell'uomo è nullatenente».
Il loro avvocato, Daniele Stoppello della Gay Help Line, ha invece voluto puntare il dito verso un vuoto normativo: «Se ci fosse stata una legge che punisce l'omofobia, la pena non sarebbe mutata e questo mostra la grave lacuna presente nel nostro ordinamento che non punisce la violenza ai danni delle persone lesbiche, gay e trans. Il fatto che la Corte abbia confermato il reato di tentato omicidio conferma la gravità di quanto compiuto da Sardelli e rappresenta comunque un fatto molto importante, per un procedimento di questo tipo. Il Giudice conferma anche la costituzione di parte civile di Arcigay Roma e del Comune di Roma, un fatto non scontato che testimonia come questa aggressione violenta abbia danneggiato tutta la nostra comunità e la città».
Un vuoto normativo che non solo è stato ripreso dalle dichiarazioni di Arcigay, ma anche in quelle del sindaco di Roma Alemmanno: «Tutto questo è impensabile -ha dichiarato il primo cittadino- sono davvero perplesso, se varassero una legge che prevede un aggravante per omofobia forse le cose cambierebbero. Credo che gli organi del Parlamento debbano pensare a questa eventualità e prendere provvedimenti nel più breve tempo possibile. Queste persone hanno il diritto di essere tutelate».
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