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Rosy Bindi e la favola della Costituzione

Ancora una volta un politico del Pd è corso fra le braccia dei cattolici di "Avvenire" per prendere le proprie distanze da Bersani e dalla possibilità di introdurre nozze gay in Italia.
Dopo Beppe Fioroni è la volta di Rosy Bindi che, in un'intervista rilasciata al quotidiano dei vescovi, ha affermato: «Ci atterremo ai contenuti della Costituzione e a una consolidata giurisprudenza che non prevede il matrimonio per le coppie omosessuali. Sulla scia del lavoro fatto escludo che il programma del Pd conterrà questa proposta, come pure escludo che possa prevedere l'adozione per le coppie gay, alla quale sono personalmente contraria anche sotto un profilo scientifico».
Se è comprensibile (anche se non condivisibile) questa smania nel voler dimostrate la propria sudditanza al Vaticano, è intollerabile che lo si faccia a suon di menzogne.
Lo scorso ventennio politico ci ha insegnato che una bugia ripetuta ossessivamente entra nella mente degli elettori e, per alcuni di loro, ben presto diventa la realtà. Ma è triste pensare che un politico possa scegliere di prendere in eredità proprio questo lato della politica, cercando di riproporlo a proprio vantaggio pur di nascondere le proprie responsabilità.
La Corte Costituzionale italiana, infatti, con la sentenza n. 138 del 2010 ha stabilito che la decisione relativa ai matrimoni fra persone dello stesso sesso non trova nessun limite od ostacolo o prescrizione nella Costituzione e dipende interamente dalla volontà del legislatore.
Quindi l'affermare che i matrimoni gay siano vietati dalla Costituzione è una favola, una bugia inventata da una serie di politici pur di non affermare pubblicamente che quella scelta è esclusivamente una loro responsabilità (o, al massimo, dei poteri che si vogliono difende). Quindi se non volete darci diritti, perlomeno prendevi le vostre responsabilità e non prendeteci in giro!
Poi, a ben vedere, ci sarebbe da dire anche sull'altra parte del suo discorso: è scientificamente provato che non vi siano differenze fra i figli cresciuti da una coppia omosessuale e quelli di una coppia eterosessuale, ma è più probabile immaginare che quel discorso sia stato tirato in ballo solo per spostare l'attenzione dai matrimoni gay (accettati dalla maggioranza della popolazione) ad un argomento più controverso.


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