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Secondo Monsignor Tomasi, le persone che criticano i gay sono i veri perseguitati

«Le persone sono attaccate se prendono una posizione che non sostiene il comportamento sessuale tra persone dello stesso sesso. Quando esprimono le loro convinzioni morali o il loro punto di vista sulla natura umana vengono stigmatizzate e, peggio ancora, vilipese e perseguitate».
È quanto sostiene Monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, secondo cui non sono tanto i gay ad essere discriminati, quanto chi li critica.
Insomma, pare proprio che non gli vada giù l'idea che qualcuno possa mettere in discussione o criticare le posizioni assunte della Chiesa, secondo cui i gay devono necessariamente vivere in assoluta castità ed il matrimonio deve rimanere riservato esclusivamente alle coppie eterosessuali.
Nell'occasione Tomasi ha anche dichiarato che il Vaticano difende la dignità di ogni singolo individuo, condannando ogni forma di violenza nei confronti dei gay. Una posizione, però, che pare in contrasto con i fatti. Lui stesso nel 2011 capeggiò la presa di posizione del Vaticano per impedire che l'Onu depenalizzasse l'omosessualità e ponesse fine a torture, persecuzioni e carcerazioni un tutti gli stati in cui la legge locale lo prevede. Il discorso pronunciato ai tempi pare quasi la fotocopia di quello odierno: «La gente viene attaccata perché prende posizione contro le relazioni fra persone dello stesso sesso... quando esprimono dei pareri del tutto normali basati sulla natura umana vengono stigmatizzati, e ancor peggio, perseguitati e sviliti». In quell'occasione, però, andò oltre sostenendo che: «Questi attacchi sono una chiara violazione dei diritti umani fondamentali e non possono essere giustificati in nessun caso».


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