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L'Uganda rivendica una sovranità nazionale nel decidere di perseguire i gay

Dopo la Russia, anche l'Uganda pare intenzionata a rivendicare il diritto di sovranità nel decidere di perseguitare l'omosessualità.
Rebecca Kadaga, presidente del Parlamento ugandese, ha affermato tale principio nel corso di un summit internazionale, durante il quale il ministro degli esteri canadese le aveva fatto notare l'omofobia della proposta di legge per l'inasprimento delle pene nei confronti dei gay in discussione nel suo Paese.
«Mi hanno detto che dovevo fermare il dibattito sul progetto di legge contro l'omosessualità, ma io ho risposto loro che non c'è modo di bloccare un'iniziativa proposta da un parlamentare», ha affermato, riferendo anche di aver ricevuto i complimenti di molti suoi colleghi africani, asiatici e arabi di fronte alla sua presa di posizione nel voler proseguire l'iter della legge.
La proposta in questione prevede un'inasprimento di tutte le pene nei confronti dei gay, arrivando in alcuni casi anche alla pena di morte. Il suo iter venne già interrotto (anche in seguito delle pressioni internazionali) ma è stata la stessa Rebecca Kadaga ad annunciarne un ritorno in commissione.


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