Spettacoli -

I vincitori della 28ª edizione del Torino GLBT Film Festival

Si è chiusa con un forte incremento di pubblico la 28ª edizione del Torino GLBT Film Festival.
Il premio "Ottavio Mai" è stato assegnato al film "Boven is het stil" (Paesi Bassi/Germania, 2013) diretto dalla regista olandese Nanouk Leopold. La pellicola è incentrata sul rapporto scostante, fatto di silenzi e rancori mai sopiti tra uno scapolo cinquantenne e suo padre, costretto a letto, con cui vive. La morte di quest'ultimo aprirà una breccia che solo l'amore è in grado di riempire.
"The Love Part of This" di Lya Guerra è il trionfatore tra i documentari «per la straordinaria capacità di trasformare una storia normale e quotidiana in un viaggio emozionante dentro al quale lo spettatore viene portato per mano fino a sentirsene partecipe. I giurati sono rimasti molto colpiti dall'importanza, dall'attualità e dall'intensità di tutte le storie, i personaggi e i temi raccontati nei documentari in concorso. Si è soffermata quindi sulla capacità di trasformare questi temi in racconti cinematografici».
Nella sezione i cortometraggi, invece, è stato "Bunny" di Seth Poulin e Nickolaos Stagias a ricevere il massimo riconoscimento «per aver raccontato quel che succede quando la gioventù lascia il campo alla vecchiaia e alla malattia, presentate entrambe con ruvida onestà e senza fare sconti. Bunny porta in una realtà possibile che tutti speriamo di vivere, in cui l’amore è solidale, presente e assoluto e che, per questi motivi, ci spaventa meno. È poi un segnale importantissimo di come il cinema omosessuale non abbia paura di affrontare anche il tabù della vecchiaia, mostrandosi sempre più sensibile e maturo nei confronti di tutte le sfaccettature della vita».
Il Queer Award, assegnato da una giuria composta dagli studenti del Dams di Torino e rivolto alle pellicole che più si avvicinano al mondo dell'adolescenza, è stato assegnato a "Joven & Alocada" di Marialy Rivas. Secondo la giuria, infatti, «lo sguardo sfrontato della protagonista trova spazio tra le pagine virtuali di un blog dove uno stile narrativo irriverente e dissacrante diventa strumento di una ribellione, anche autobiografica, alle costrizioni della vita quotidiana. La scelta di genere rimane sospesa, ma viene esplorata con passione e la sessualità viene vissuta in modo spontaneo, fisiologico e, soprattutto, libero».
I premi del pubblico, infine, sono stati assegnati a "Alata" di Michael Mayer (Israele/Usa, 2012) per i lungometraggi, a "Paul Bowles: The Cage Door Is Always Open" di Daniel Young (Svizzera/Marocco, 2012) fra i documentari e a "Holden" di Juan Arcones e Roque Madrid (Spagna/Francia, 2012) per i corti.


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