Grillo: «I matrimoni gay non sono una priorità»


In un post titolato "Priorità e emergenze", Belle Grillo ha attaccato il governo Letta sostenendo che le priorità scelte non siano quelle che gli italiani vogliono, ossia lavoro, giovani e crescita. Secondo il comico genovese, infatti, l'esecutivo avrebbe deciso alcune priorità elencate nel dettaglio sul suo blog: «dimezzare le pene ai condannati per associazione mafiosa, riforma della Giustizia ad berlusconem, la cancellazione del MoVimento 5 Stelle dalla competizione elettorale, il condono edilizio, la ripresa del tunnel merci in Val di Susa, leggi bavaglio per la Rete, il fumo degli occhi dello ius soli (inesistente in Europa), l'eliminazione del reato di clandestinità, i matrimoni omosessuali (su cui sono d'accordo, ma non sono una priorità)».
Si, esatto: in maniera marginale Grillo sostiene che il governo stia premendo l'acceleratore per approvare i matrimoni gay. E già questa sarebbe una notizia dato che, al momento, solo Laura Boldrini e Josefa Idem si sono dichiarate a favore delle unioni gay (non necessariamente usando il termine "matrimonio") e non appare certo evidente che il mondo politico si stia prodigando per approvarle in fretta e furia.
Ma quel che fa più riflettere è che Grillo, pur dicendosi a favore, premette che quella non è una «una priorità». Ma quell'affermazione non appare certo nuova dato che, dalla Biancofiore all' arcivescovo di Detroit, è sempre stata la scusa usata dai gruppi che si oppongono al riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso quando non vogliono ricorrere a più becere teorie omofobe: la speranze è che, rimandando oggi e rimandando domani, la legge non si faccia mai.
In questo caso la speranza è che l'intento non sia quello, ma il rischio è che ne sia la conseguenza. Non a caso anche nei commenti si notano due tipi di reazione: da un lato c'è chi plaude inneggiando alla sacralità del matrimonio fra uomo e donna, dall'altro che chi prende le distanze e gli chiede se è proprio sicuro che quella non sia una priorità. Ed effettivamente viene da chiedersi se davvero si può aspettare prima di assicurare piena dignità all'amore tra due uomini due donne. E chi si vedrà calpestare i propri diritti (sappiamo bene che per molti un riconoscimento giuridico potrebbe fare la differenza) non merita forse una risposta immediata?
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