Russia: 23enne torturato e ucciso dai suoi stessi amici dopo il coming out


Torturato e ucciso dai suoi stessi amici per aver fatto coming out con loro. È questa la terribile storia che arriva dalla città di Volgograd, in Russia.
Secondo le prime ricostruzioni, il 23enne aveva deciso di festeggiare il 9 maggio (il "Giorno della vittoria" degli Alleati sui nazisti) andando a bere qualcosa insieme ad alcuni amici (tutti di età compresa tra 22 e 27 anni). Il ragazzo aveva anche scelto quell'occasione per confidargli la propria omosessualità e pare che sia stato proprio il suo coming out a scatenare la loro furia omicidia.
In un impeto di violenza inaudita, il ragazzo è stato seviziato a morte con cocci di bottiglia e pietre, dopo essere stato sodomizzato con una bottiglia. Il corpo senza vita è stato ritrovato solo nella mattinata di venerdì, all'interno di un cortile di un edificio della città.
La polizia ha preferito etichettare l'accaduto come un semplice "omocidio", ma le associazioni lgbt del Paese non hanno dubbi nel parlare di un atto a sfondo omofobo. Per la comunità gay locale, infatti, la vita non è affatto semplice in una nazione in cui solo l'1% della popolazione vede di buon occhio i gay. In Russia l'omosessualità è stata depenalizzata solo nel 1993 ed è stata considerata una malattia mentale sino al 1999. Ma ad alimentare odio e discriminazione sono anche tutte le continue prese di posizione della Chiesa Ortodossa e le varie leggi anti-gay che si stanno moltiplicando a macchia d'olio. Non a caso l'attivista gay Nikolai Alexeiev non ha dubbi nel sostenere che: «L'isteria contro i gay è incoraggiata in Russia».
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