Si inizia a parlare di scissione dopo l'apertura ai gay da parte degli scout statunitensi


La fine della messa al bando dei ragazzi gay dai Boy Scouts of America (BSA) è probabilmente meno epocale di quanto si sia voluto far credere: agli adulti gay continuerà ad essere negato ogni ruolo associativo, ogni gruppo potrà decidere se perpetrare o meno la discriminazione e l'apertura ai ragazzi si basa esclusivamente sull'assunto di una loro totale castità (e dunque, in assenza di un atto omosessuale consumato, la teoria è che non si sia ancora peccato davanti ai precetti di Sacra Romana Chiesa). Bisognerà anche vedere cosa accadrà agli eventuali rover gay che dovessero decidere di non rimanere puri e casti sino alla conclusione dell loro iter formativo (ossia fino a 21 anni).
Fatto sta che, nonostante il labile spiraglio (già contestato anche da Barack Obama che chiede un'apertura anche ai capi scout), c'è chi protesta e chi parla apertamente di scissione. Tra loro anche alcuni genitori e capi scout riuniti in una coalizione denominata OnMyHonor. Intenzionati a non accettare la decisione presa durante il Congresso Nazionale di Grapevine, il prossimo mese si incontreranno a Louisville, in Kentucky, per discutere la nascita di una nuova associazione scoutistica ermeticamente chiusa ai gay.
Le motivazioni addotte sono le classiche teorie omofobe: si cerca di sostenete una presunta immoralità dell'omosessualità e una necessità della strenua difesa dei loro valori. Premesse su cui forse è inutile discutere, dato che appare impossibile intendersi sui termini o accettare lezioni di moralità da chi candeggia scene come questa (con un ragazzo ridotto in lacrime dopo essere stato allontanato dai suoi amici semplicemente perché gay) o come questa (con bambini usati per sfoggiare pensieri d'odio e di paura dei loro genitori).

Ma forse è su una frase specifica che vale la pena di soffermarsi, ossia quella in cui viene asserito che «La BSA ha voltato le spalle a 103 anni di missione volta a preparare i giovani a fare scelte etiche e morali. Noi abbiamo il desiderio di scoprire come poter servire i giovani e le loro famiglie secondo uno standard più alto originariamente voluto dal fondatore, Robert Baden-Powell». Una tesi curiosa se si considerano i forti sospetti che oggi si nutrono riguardo alla presunta omosessualità dello stesso Baden-Powell. Seppur sposato, era unito da un'amicizia un po' troppo intima con Tim Jeal. Ed è proprio fra gli scritti di quest'ultimo che si trova traccia di curiosi racconti in cui si spiega come Baden-Powell «apprezzava considerevolmente il corpo maschile nudo e denigrava quello femminile. A Gilwell Park, la base scout nella foresta di Epping, si è sempre intrattenuto a guardare nuotare i ragazzi nudi, e qualche volta si sarebbe fermato a chiacchierare con loro appena spogliati».

Ed è proprio quest'ultimo racconto a sbugiardare un'altra tesi del gruppo. Forse ai tempi era normale che un adulto guardasse le nudità dei ragazzi, ma se davvero i valori non fossero mutabili nel tempo in base al contesto, ora i genitori dei OnMyHonor dovrebbero candeggiare il ripetersi si situazioni simili con i loro figli (mentre, fortunatamente, ora è reato). Selezionare ciò che dev'essere mutato e ciò che si vorrebbe mantenere sulla base delle proprie convinzioni non è che una proiezione delle proprie paure e dei propri pregiudizi, quindi sarebbe saggio non imputare quelle scelte ad altri.
Inoltre anche il metodo stesso dello scoutismo pare rivolto ad un'altra direzione, a partire dall'uso di un'uniforme che annullasse le differenze sociali fra i vari esploratori (con altri vestiari si sarebbe percepita la differenza fra i ragazzi ricchi e quelli poveri) sino alla visione del mondo come di una grande fratellanza in cui poter apprendere dalla diversità altrui. Insomma, l'idea stessa di una volontà di escludere alcuni gruppi di ragazzi appare sicuramente fuori luogo e sicuramente più auspicata da alcuni gruppi religiose che dal fondatore.
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