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Basta Pride nazionali: le associazioni propendono per l'Onda Pride

Il Pride nazionale non ci sarà. La decisione è stata presa nel corso di un'assemblea tenutasi a Torino, durante la quale si è deciso di lanciare l'idea di un'Onda Pride che vedrà manifestazioni organizzate dalle singole città e realtà locali. Le parate si terranno perlopiù il 28 giugno (data dell'anniversario dei moti di Stonewall), ma anche in questo caso non mancheranno eccezioni: Roma scenderà in piazza il 7 giugno (anniversario del primo pride italiano) e la Calabria il 19 luglio.
«Per quanto siamo affezionati all'idea di un appuntamento nazionale è arrivato il momento di confrontarci con la realtà -ha dichiarato a Gay.it il presidente del Circolo Mario Mieli- il movimento è cresciuto. Il Pride nazionale è diventato negli ultimi anni motivo di scontro interno, invece che di unità, a tutto danno delle lotte che portiamo avanti ogni giorno per ottenere diritti, liberazione sessuale, visibilità delle minoranze, cose che abbiamo trascurato per curarci di beghe interne [...] Del resto, il Pride nazionale è diventato una sorta di feticcio tutto italiano. Nel resto d'Europa è un concetto che non esiste e parliamo di paesi in cui il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt è molto più avanzato che da noi».
Assai meno entusiastica è la presa di posizione di Rita De Santis, ex Presidente di Agedo, secondo la quale «lo spirito di Milk è andato definitivamente a farsi benedire e il divide et impera come sempre trionfa in questa Italia dove essere uniti è praticamente impossibile». La sua sensazione, infatti, è che la decisione nasconda il rischio di un forte campanilismo: «Ognuno passeggerà per il suo paese -dice- e poi si stilerà la graduatoria: "Il mio Pride è più bello del tuo"».


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