Putin premia il conduttore che voleva bruciare i cuori dei gay per i suoi «successi nella sfera umanitaria»


Mentre da Sochi giunge notizia dell'arresto di due componenti delle Pussy Riot (Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, entrambe scarcerate lo scorso dicembre dopo due anni di prigionia), Vladimir Putin è stato occupato a conferire l'Ordine di servizio alla Patria al conduttore televisivo Dmitry Kiselyov per il suo contributo allo «sviluppo economico e sociale» del paese, nonché per i «successi nella sfera umanitaria, il rafforzamento dello Stato di diritto e per la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini».
L'ascesa di Dmitry Kiselyov ha avuto inizio nel 2012 (anche se la notizia di diffuse all'esterno dei confini russi solo un anno più tradì), quando si presentò dinnanzi alle telecamere per affermare: «Penso che le multe ai gay per la propaganda dell'omosessualità tra gli adolescenti non siano sufficienti. Dovrebbe essere vietata loro la donazione di sangue e di sperma. In caso di un incidente d'auto, il loro cuore dovrebbe essere sepolto o bruciato perché inadatto a dar la vita a chiunque altro».
Il suo intervento gli valse l'immediata promozione a direttore delle news settimanali, seguita lo scorso dicembre dalla nomina presidenziale a direttore della nuova agenzia stampa unica voluta da Putin. A Kiselyov è stato affidato anche il compito di dar vita ad una nuova rete televisiva che avrà l'obiettivo di promuovere l'immagine della Russia all'estero.
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