L'appello di Napolitano contro l'omofobia


«S'impone e va decisamente promossa una cultura dell'inclusione e del rispetto di ogni differenza con iniziative adeguate ed idonee nella famiglia, nella scuola, nelle varie realtà sociali ed in ogni forma di comunicazione [...] In occasione dell'ottava giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, istituita per l'iniziativa del Parlamento Europeo nel 2007, desidero esprimere la mia vicinanza a quanti sono vittime di aggressioni e di atti di discriminazione, più o meno latente, basata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere delle persone. Ne sono stati testimonianza tragici episodi di rinuncia alla vita da parte di giovani umiliati e offesi».
È quanto affermato in una nota dal Presidente Giorgio Napolitano in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia che si celebrerà domani.

Nel frattempo il vicepresidente del Senato della Repubblica, Maurizio Gasparri, ha utilizzato Twitter per lanciare insulti omofobi nei confronti di Conchita Wurst, la drag queen vincitrice degli Eurovision Song Contest 2014. «Questa Conchita è ignobile -ha scritto- ed è vergognoso questo coro mediatico che si solleva, che schifo» Ed ancora: «Conchita orribile spettacolo, deve sparire».
Sui giornali ci ci continua ad imbattere in notizie che dimostrano come tentativo per instaurare «una cultura dell'inclusione e del rispetto» sia stata puntualmente attaccata e bloccata da gruppi omofobi, appoggiatia anche dal sottosegretario all'Istruzione che pare non voglia perdere occasione per rassicurare il Vaticano sul suo impegno nel bloccare ogni piano anti-omofobia sinora tentato. Persino la legge contro l'omofobia è ferma da otto mesi nonostante la politica abbia già provveduto a svuotarla di ogni significato per tutelare cattolici, fascisti e gruppi politici.
Nel momento stesso in cui la politica è complice dell'omofobia, c'è da chiedersi se un freddo messaggio istituzionale alla vigilia di una ricorrenza internazionale sia un'azione sufficiente a fronte di cittadini che quotidianamente vedono i propri diritti calpestati in nome della discriminazione.

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