Salvini vuole lasciate l'Europa e guarda verso Cina, Russia e Nord Corea


Dopo essersi recato in Nord Corea per ossequiare il regime di Kim Jong-un, Matteo Salvini si prepara ora a fare tappa a Pechino e Mosca. E mentre il suo compagno di viaggio, il senatore Antonio Razzi, insegue il suo sogno di «diventare il nuovo Lino Banfi» attraverso un film ispirato alla sua vita, il segretario della Lega Nord preferisce parlare della sua volontà di «liberarci da Bruxelles, da un'Unione Europea che è un massacro, e quindi permettere ai nostri artigiani di tenersi il frutto del loro lavoro senza dipendere da Roma, da Berlino e anche, a livello internazionale, guardando a Est verso la Russia, visto che gli Stati Uniti fanno solo il loro interesse».
Salvini sostiene anche di condivide molti obiettivi della Russia, come «la lotta all'immigrazione selvaggia, la difesa dell'identità, della famiglia tradizionale, il principio di autodeterminazione dei popoli». L'inserimento della criticatissima legge anti-gay russa fra i punti condivisi è preoccupante, seppur prevedibile viso come la mozione approvata in Lombardia ne appaia ispirata o come i propri politici si spingano a proporre salatissime multe per i gay che si fanno vedere in pubblico.
Nelle terre di Putin, il leader der Carroccio incontrerà anche Aleksey Puskov, presidente della commissione Esteri della Duma, e Aleksandr Dugin, teorico della necessità di creare un'asse economico euro-asiatico in opposizione a quello euro-atlantico.
L'ipotesi che l'interesse possa essere ambivalente parrebbe testimoniato anche dal crescente numero di interviste e di servizi sulle varie feste padane che vengono dalle emittenti filo-governative Russia Today e Rossija1 (la tv di stato dove i presentatori ottengono promozioni se vanno in giro a dire che i cuori dei gay debbano essere bruciati).
In fin dei conti l'Italia non è poi così lontana da loro nella negazione dei diritti civili o nella corruzione, così come abbiamo garantito grandi vantaggi personali ad una piccola cerchia di personaggi grazie ad accordi sull'acquisto di gas e metano con a costi decisamente maggiori rispetto a quelli stipulati dagli altri stati europei. E questo per non parlare di come i nostri quotidiani parlino di Putin come del «più abile giocatore di scacchi della scena internazionale» che si è trovato «costretto a reagire» dinnanzi al «tentativo di Stati Uniti ed Unione Europea di scippargli il controllo sull'Ucraina». Insomma, noi tifiamo per lui e contro l'interesse dell'Europa...
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