Enti locali, i GpV propongono agli un ordine del giorno contro gli «orientamenti sessuali diversi da quello naturale»


Grazie al supporto ottenuto dal Vaticano, i Giuristi della vita sono riusciti ad imporre una loro mozione per l'istituzione di una «festa della famiglia naturale» ai cittadini di Lombardia, Veneto, Assisi, Palermo e Verona. L'appoggio ottenuto dalle destre pare averli incoraggiati, al punto che è dalle loro pagine che viene proposto un nuovo ordine del giorno da imporre ai cittadini italiani.
In questo caso l'obiettivo è di chiedere alle istituzioni di prendere posizione per una ridefinizione dell'articolo 29 della Costituzione, in modo tale da escludere dalla sua tutela tutte quelle famiglie che i padri costituenti non hanno espressamente escluso.
Le istituzioni che approveranno il documento chiederanno che lo stato riconosca «nel matrimonio liberamente contratto tra un uomo ed una donna il fondamento della famiglia quale società naturale contemplata dall'art.29 della Costituzione» e che «la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna rappresenta l'istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita, e l'unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso gli istituti dell'affidamento e dell'adozione».
Si rivendicherà anche «che la famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, rappresenta un dato pregiuridico e prepolitico, in quanto viene ontologicamente e cronologicamente prima dello stato e di qualsiasi altra comunità, e possiede diritti propri, che sono inalienabili [..] che la famiglia ha diritto a non essere contraddetta e danneggiata nel suo compito educativo da un'azione suggestiva ed erosiva dei mezzi di comunicazione, ed ha il diritto ad essere adeguatamente protetta, specialmente per quanto riguarda i suoi membri più giovani, dagli effetti negativi e dagli abusi dei mass media; che i genitori hanno il diritto di educare i propri figli in conformità alle loro convinzioni morali e religiose, e che ad essi deve essere garantita non solo la possibilità di scegliere liberamente scuole o altri mezzi necessari per tale educazione, ma anche quella di far frequentare ai propri figli scuole che siano in armonia con le loro convinzioni morali e religiose, con particolare riguardo all'educazione sessuale; che le competenti autorità devono provvedere allo stanziamento di pubblici sussidi al fine di garantire ai genitori un'effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere costretti a sostenere, direttamente o indirettamente, spese supplementari, che impediscano o limitino tale libertà».
In altre parole, si chiedono maggiori fondi per le scuole paritarie, ci si schiera contro le sentenze che hanno riconosciuto la possibilità di affido a coppie omosessuali e si rivendica il diritto di chiedere che ai figli non sia fornita alcuna educazione sessuale. Non manca poi un monito anche i mass media (forse ritenuto pericolosi per la loro mancata genuflessione dinnanzi all'ideologia cattolica più estremista) e una rivendicazione dell'interpretazione di Amato sull'articolo 29.
Il documento contiene anche una sezione in cui gli enti si oppongono «a qualunque tentativo di introdurre nell'ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all'educazione dei propri figli, ignorare l'interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all'interno di una famiglia naturale, violare i diritti alla libertà di opinione e di credo religioso, garantiti e tutelati dagli articoli 21 e 19 della Costituzione, di tutti coloro che pubblicamente dovessero esprimere un giudizio critico nei confronti di orientamenti sessuali diversi da quello naturale tra un uomo ed una donna, o dovessero opporsi ai tentativi di snaturamento dell'istituto familiare, quali ad esempio l'introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, la possibilità di affidamento ed adozione di minori da parte di coppie dello stesso sesso».
Inutile a dirsi, un documento che si spinge sino a parlare di «orientamenti sessuali diversi da quello naturale tra un uomo ed una donna» pare trasudare di ideologia e discriminazione quasi si trattasse della peggior propaganda omofoba russa, ma non per questo è facile sperare nel buonsenso della nostra classe politica.
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