Il Ku Klux Klan difende il giudice che vuole impedire lo svolgimento delle nozze gay in Alabama


Mentre sono passate a 16 (su 67) le contee dell'Alabama che rilasciano le licenze matrimoniali alle coppie formate dallo stesso sesso, il fronte omofobo pare colto dall'isteria pur di opporsi alla sentenza che ha introdotto il matrimonio egualitario nel paese.
Se ieri il giudice capo Roy Moore ha minacciato qualsiasi giudice riterrà di applicare la legge, oggi si è presentato a Good Morning America per sostenere che quella legge permetterà ai padri di sposare i loro figli e alle madri di sposare le figlie. Insomma, un vero e proprio delirio in cui non è chiaro perché mai l'apertura alle nozze same-sex dovrebbe cambiare le cose (inn fondo oggi non pare che sia lecito il matrimonio fra un padre e la figlia una madre e il figlio, ndr).
Immancabili sono giunte anche le prime prese di posizione. Se l'American Family Association definisce Moore il Martin Luther King di oggi, dall'altro c'è chi non esita ad accomunarlo al nome di George Wallace, il governatore democratico dell'Alabama che si oppose ferocemente all'integrazione razziale nelle scuole.
Tra i sostenitori di Roy Moore si conta anche la sezione del Mississippi del Ku Klux Klan, pronta a scendere in campo in sua difesa attraverso un comunicato in cui si afferma: «Il Klan del Mississippi saluta il capo della giustizia dell'Alabama Roy Moore, per aver rifiutato di piegarsi al giogo della tirannia federale». Recentemente il KKK ha chiesto «cadaveri» sul confine tra l'Arizona e il Messico, ha cercato di raccogliere fondi per la difesa legale del poliziotto che ha ucciso Michael Brown a Ferguson (in Missouri) ed ha anche distribuito caramelle ai bambini del South Carolina con messaggi volti al reclutamento di nuovi adepti.
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