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Il Papa non vuole ambasciatori gay

Stando a quanto riportato dai quotidiani francesi, il Papa «in persona» avrebbe incontrato Laurent Stefanini (l'ambasciatore gay scelto dal presidente Francois Hollande per rappresentare la Francia in Vaticano) per confermargli «il suo rifiuto di accordargli il gradimento».
Se nella maggior parte del mondi civile un rifiuto basato sull'orientamento sessuale costituirebbe reato, in Vaticano vige la monarchia assoluta e il pontefice può fare tutto ciò che gli parte. Ma di certo fa molto riflettere come uno stato che dovrebbe rappresentare i valori cristiani non sia per nulla dissimile dall'Uganda o ad altri Paesi che hanno legalizzato la discriminazione e l'odio.
Il settimanale Le Canard Enchainé sostiene anche che durante l'incontro Papa Francesco avrebbe detto all'ambasciatore francese di «non avere nulla contro di lui, al contrario non ha apprezzato né il Mariage Pour Tous (la legge francese sulle nozze gay) né i metodi dell'Eliseo che ha tentato di forzargli la mano». Anche in questo caso ci si ritroverebbe dinnanzi alla messa in pratica degli slogan mussoliniani colti a sostenere la necessità di colpirne uno per educarne cento. La mancata accettazione di un innocente dovrebbe dunque risultare un monito a qualunque stato desideri riconoscxere i diritti di tutti i proprio cittadini anziché basare le proprie politiche su privilegi granatiti ai soli cristiani.
Nominato da quattro mesi, il nuovo ambasciatore di Francia presso la Santa Sede non si è ancora mai insediato.Un caso analogo si verificato già nel 2008, quando la Santa Sede non accettò mai l'incarico di un ambasciatore francese gay. In quel caso la sede rimase vacante per quasi un anno.
Oggi si citano altre presunte motivazioni, ma non cambia che i gay non sono ben accetti (perlomeno quando non si tratta di preti pedofili).


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