Usa: gli scout potrebbero aprire agli adulti gay (ma non nei gruppi finanziati dalle chiese)


Sino al 2014 i Boy Scouts of America avevano una politica che prevedeva la sistematica messa al bando dei gay. Dopo anni di discussione, nel 2014 si decise di abolire in parte quel divieto, permettendo ai minorenni lgbt di poter partecipare alle attività. La decisione, però, suscitò numerose critiche data l'ingiustizia di un'automatica espulsione al compimento del 18 anno d'età.
Ora qualcosa potrebbe finalmente cambiare dato che il presidente nazionale, Robert Gates, ha dichiarato che qual divieto è «insostenibile».

Purtroppo fa male sapere che la sua dichiarazione è stata rilasciata nel nome dell'uguaglianza o dei valori scoutistici, ma è stata dettata dal timore che un simile divieto potrebbe portare a «costose battaglie giudiziarie». Da qui la decisione di rivedere quella regola in tempi brevi, probabilmente già ad ottobre.
Gates dice che ora bisognerà interpellare sponsor e donatori, lanciando decidere a loro la sortedi migliaia di ragazzi sulla base di un calcolo prettamente economico. È anche già stato affermato che tutti i gruppi che ricevono finanziamenti da parte della Chiesa saranno autorizzati a mantenere in vita la discriminazione sistematica dei ragazzi gay, sostenendo che qual diritto gli venga conferito dal Primo Emendamento.

Dinnanzi a simili argomentazioni e discorsi, c'è da domandarsi se quell'organizzazione abbia anche la più pallida idea di quali siano gli ideali dello scoutismo (il cui fondatore peraltro pare fosse gay), dato che qui si ha l'impressione di essere di fronte ad un contabile pronto a decidere la vita dei ragazzi sulla base del maggior profitto.
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