Casa Pound pronta ad una lista unica con la Lega, Berlusconi cerca un'alleanza con Putin


Purtroppo la fantomatica «idologia gender» non è soltanto una bufala, è soprattutto una mossa politica. La stampa estera dà ormai per assodato ciò che in Italia può essere solo sussurrato, ossia come dietro tutta quella campagna d'odio ci sia la Russia di Vladimir Putin.
I continui viaggi di Salvini a Mosca non sono certo un segreto, così come non passa inosservato come la Lega Nord sia in prima linea nella promozione della disinformazione attraverso la sponsorizzazione del terrorismo di Gianfranco Amato, l'organizzazione di convegni obofobi o la presentazione di vergognose mozioni. Il tutto mentre la Russia conferma il suo interesse in una parthership con il Carroccio e mentre Amato inizia a dirottare i suoi adepti verso una precisa area politica.
Ma le persone che si vantano di essere omofobe non sono l'unico risultato di questa campagna: tutte le realtà coinvole hanno lavorato alacremente anche per alimentare un sentimento anti-europeista e pro-Putin.
Associazioni come Provita Onlus sono autori di articoli come "Con la Russia cristiana per uscire dalla decandenza" o "La Russia Cristiana può salvare l'Europa e il mondo". L'associazione La Torre (che collabora con Provita e Giuristi per la vita) ha invece pubblicato pietre miliari come "Putin lancia la Russia come ganante mondiale dei valori tradizionali" o "Chi salverà l'Europa dalla dissoluzione laica e liberale? La Russia cristiana". Insomma, la solfa è sempre quella: Putin è meglio del Papa ed è lui l'unico vero rappresentante della cristianità.
Sarà forse un caso che nessuno di loro noti come i russi abbiano gli unici preti disposti a benedire stumenti di morte come armi o carrarmati, così come sarà per pura dialettica che Amato parli sempre dell'India come meta delle coppie gay per la maternità surrogata (nonostante dal 2013 quella pratica sia stata vietata per legge proprio a gay e single). Mai una sola parola viene spesa contro la Russia, dove la maternità surrogata è incentivata e dove non serve neppure una risoluzione giuridica, né un processo di adozione per accedervi. Anzi, il nome della madre biologica non compare mai nel certificato di nascita e non è obbligatorio neppuire un vincolo genetico del nascituro con almeno uno dei genitori richiedenti (i quali potranno lasciare il Paese già tre giorni il parto). Ma questo non si deve sapere perché la Russia è cristiana e sono i gay a dover passare per cattivi anche nei casi che non li riguardano.

Sono però le pagine politiche di questi giorni a farci capire quale sia il fine ultimo di tutta questa campagna. Uno tra gli elementi da osservare con attenzione è come Casa Pound abbia annunciato di essere pronta ad una lista unica con la Lega di Salvini.
Lo scorso marzo il leader leghista tentò di sminuire l'alleanza fra i due partiti vistasi a Roma e, perlomeno in un primo momento, anche i neonazisti di Casa Pound attesero un po' prima di schierarsi con la Russia e i separatisti del Donbass. Ora però il dato pare tratto con la nascita una colalizione di estrema destra che possa rappresentare i valori della Russia: nazionalismo, razzismo, xenofobia e omofobia.
Riguardo a quest'ultimo punto ci sarebbe anche da chiedersi se davvero a Putin possa davvero fregare qualcosa dei gay. Il timore è che si tratti semplicemente di una campagna d'odio buttata lì solo per ammaliare l'integralismo cattolico e per ottenere il supporto di migliaia di parriocchie alla ricostrituzione del fascisno in Italia: tante più persone saranno spaventate dal "gender", tante più persone consegneranno i loro voti a chi gli ha promesso protezione. Il tutto, ovviamente, sempre nel nome di Dio.

Ma purtroppo non finisce qui. Anche Forza Italia sta giocando le sue carte, e non solo tramite l'otruzionismo di personaggi come Lucio Malan (che qualche collegamento con Gianfranco Amato pare avercelo). A doverci far preoccupare è soprattutto quello che ha tutta l'aria di un articolo esplorativo scritto da Renato Brunetta sulle pagine de Il Giornale. Iintitolato "Contro lo strapotere della Merkel all'Italia serve un asse con Mosca", l'articolo ipotizza un'alleanza con la Russia di Putin ed inneggia ad «un'Europa a sua volta finalmente superpotenza garante di un ordine pacifico». Dice che «questo è il lavoro che si è assunto Berlusconi, da statista qual è, accettando l'invito di Vladimir Putin. Non è un'impresa velleitaria».
L'ex ministro sostiene anche che «oggi siamo di fronte alla sfida del terrorismo islamico, che produce patologici ed eccezionali flussi migratori, che non sono solo effetto della guerra, ma sono volti, in maniera esplicita, a fiaccare l'Occidente, e in particolare l'Europa. Ed è al terrorismo, quindi, che deve essere innanzitutto data una risposta. Una risposta nella quale l'Unione europea non può assolutamente privarsi della partnership della Federazione russa».
Dopo aver sostenuto anche che la Germania sia la principale causa della crissi economica italiana, afferma che «se si vuole affrontare la crisi europea e di conseguenza quella italiana con speranza di soluzione positiva, occorre tagliare il nodo di Gordio dell'egemonia tedesca». Il tutto, ovviamente, per trovare un'alleanza con Putin secondo le regole dettate da Berlusconi. Brunetta si dice infatti certo che «Renzi svende allegramente alla Merkel l'Italia mentre Berlusconi individua la chiave dei problemi globali».
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