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La Russia ha chiuso anche l'ultimo festival di cinema lgbt sopravvissuto all'omofobia di stato

A soli due giorni dalla partenza, le autorità russe hanno deciso di sopprimere la tredicesima edizione del Mosca Premiere, l'unico Festival di cinema lgbt che era riuscito a sopravvivere all'omofobia di stato imposta da Putin.
Come consuetudine, la decisione è stata accompagna da scuse al limite del patetico dato che il municipio ha diramato un comunicato che affermava: «A causa delle difficili condizioni economiche l’Assessorato alla Cultura di Mosca ha deciso di limitare l'uso delle risorse di bilancio del 2015 annullando diversi eventi, tra cui Mosca Premiere». Ma a mostrarci l'ipocrisia di quella affermazione è come quei fondi siano stati dirottati ad un nuovo festival denominato "Gioventù sull'affermazione della vita». I soldi dunque c'erano e la decisione di dirottarli ad un evento più ideologico pare sia stata presa a tavolino ed in pena consapevolezza. Inoltre l'anticipo con cui è stata comunicata la soppressione ha impedito agli organizzatori di poter trovare un'alternativa che potesse permettere loro di poter effettuare ugualmente la proiezione dei film.
La Russia conferma dunque la sua volontà di discriminare e rendere impossibile la vita dei gay, mente in Italia i giornali cattolici versano fiumi di inchiostro per sostenere che quel regime sia il sogno di ogni buon cristiano e che in Russia non ci sia omofobia dato che (al momento) i gay non vengono ancora fucilati per le strade e ci si limita solo ad impedire loro di poter esistere. Ovviamente si ripete a pappagallo che tutto quell'odio sia la volontà di Dio e che la discriminazione venga compiuta nell'interesse dei minori, eppure è evidente che l'unico interesse sia quello di portare le nuove generazioni a crescere accecate dall'odio in modo da renderle maggiormente propense a dare il proprio voto a chi baserà la propria politica su xenofobia e omofobia.


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