Il flop di Adinolfi, a Roma si ferma allo 0,6%

Un misero 0,6% è il massimo che Mario Adinolfi è riuscito a portarsi a casa con la sua candidatura a sindaco di Roma. Il dato pare ancor più aggravato da come il leader integralista non si fosse sottratto da bassezze come il tentativo di creare sterili paure da cavalcare, avesse ottenuto l'appoggio delle frange integraliste e avesse persino lanciato appelli alle destre neonaziste. In alcune chiese erano stati i parroci ad invitare a votarlo, così come la sua spropositata presenza mediatica (lo si è visto decine di volte in programmi come la "Vita in diretta" o "Otto e mezzo") gli aveva offerto una visibilità maggiore di quella riservata a candidati che si sono portati a casa risultati migliori dei suoi..
Non è andata molto meglio a Torino, dove il candidato del Popolo della famiglia ha conquistato lo 0,52% dei voti. A Bologna si sono fermati all'1,21% dei voti, a Napoli si è raggiunto lo 0,4% e a Salerno l'1,39%. Un po' meglio è andato nei comuni in cui il partito di Adinolfi si è alleato con altre coalizioni, anche se se di certo non si parla di cifre degne di nota: a Milano ha conquistato l'1,11% dei voti, a Varese il 2%. Sempre grazie ad una coalizione, è Gian Carlo Paracchini di Novara ad aver portato a casa il risultato migliore, anche se nella realtà dei fatti si tratta di un misero 2,05%.
Eppure dalla sua pagina Facebook Adinolfi festeggia, forse sconcertato pure lui all'idea che qualcuno abbia davvero potuto credere ai suoi rantoli e che lo abbia potuto scegliere nel segreto dell'urna. E pensare che sino a pochi giorni fa sosteneva che sarebbe finito al ballottaggio...


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