L'esponente del partito omofobo di Adinolfi: «L'omosessualità è la radice malata della pedofilia nella Chiesa»


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi e di consigliere comunale di Riolo Terme, risulta impegnato da anni nella promozione dell'odio omofobico. Ma fa davvero schifo la ferocia con cui oggi tenta ingiustificatamente di accumunare i gay alla pedofilia.



La vicenda riguarderebbe un 24enne che ha chiesto 160mila euro a un sacerdote della Bassa Romagna dietro minaccia di divulgare il video di un loro incontro. Il giovane aveva chiesto aito per alcune difficoltò economiche e, con l'inganno, avrebbe adescato il sacerdote per filmare l'incontro e ricattarlo.
Ma l'esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi non pare arrabbiato con il criminale, preferendo sostenere che bisognerebbe avere schifo si un «prete omosessuale». Si fosse portato a letto al perpetua, sarebbe stato diverso.
E se non esista alcuna ragione per cui un rapporto consensuale con un 24enne possa essere accomunato alla pedofilia, De Carli se ne esce scrivendo che «l'omosessualità è la radice malata della pedofilia nella Chiesa».

Ovviamente l'asserzione di De Carli non è solamente sconclusionata e offensiva, ma è oggettivamente falsa. Uno studio del John Jay College, che certamente è una voce molto più autorevole di quella del consigliere di Riolo Terme, ha rilevato che la falsa correlazione sostenuta da De Carli è una menzogna, perché «la ricerca ha evidenziato come non esista alcuna prova statistica che i preti gay abusino i minori più dei preti eterosessuali».



Se è palesemente falsa la correlazione, c'è da pensare che non sia per mera casualità che il signor De Carli accosta la parola "malattia" all'omosessualità.
Se poi si considera che le statistiche indicano che il maggior numero di casi di pedofilia si verifica all'interno delle famiglie eterosessuali, il fatto che De Carli voglia distrarre i suoi da quel dato di fatto per mera propaganda omofoba potrebbe costare la vita a tante vittime inermi.

L'impressione è che De Carli voglia in un qualche modo "truffare" il suo lettorato. Il che non stupirebbe neppure troppo, dato che lo scorso febbraio l'esponente del partito di Adinolfi sarebbe stato oggetto di due decreti penali per truffe assicurative, che vanno a sommarsi al caso dell'appropriazione indebita dell'auto che prese a noleggio:



Quindi dovremmo dare retta a lui nel ritenere che maggiorenne che fa sesso consensuale con un altri minorenne debba costituire "prova" del suo sostenere che i gay sarebbero pedofili e che sarebbe colpa dei gay se al convegno del suo capo è stato identificato un prete pedofili che si spellava le mani davanti al suo Adinolfi?

La tesi di De Carli si basa su una truffa culturale ideata da Mario Adinolfi. Il fondamentalista romano sostiene infatti che si dovrebbe dare un orientamento alla violenza sessuale. A detta sua, l'atto pedofilo non sarebbe un atto violento basato sul predominio: a detta sua, quando un padre di famiglia che ha ingravidato la moglie viene beccato a sodomizzare un minorenne, dovremmo dedurne che sarebbe gay:





Peccato che quella teoria sia basata sulla negazione della verità. Ed è grave che in Italia ci siano milioni di cittadini che dal 2016 ad oggi continuano a subire le loro infamanti e oscene menzogne finalizzate all'istigazione alla discriminazione.
I dati rilevano ci dicono che il 47,3% delle violenze sessuali compiute su minori sia ad opera dei genitori (che Adinolfi sostiene debbano essere eterosessuali), seguono gli zii (9,8%), i nonni presumibilmente eterosessuali (9,5) e i conviventi presumibilmente eterosessuali dei genitori (8,9).
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