Famiglia Domani all'attacco di Agedo, ritenuta "rea" di difendere i ragazzi gay al posto di esserne i carnefici

Ci sarebbe da interrogarsi su quale ferita o trauma possa condurre talune persone a nutrire un odio viscerale ed incontrollato verso interi gruppi sociali. Fatto sta che "l'osservatorio gender" dell'associazione ultra-cattolica Famiglia Domani non perde mai occasione di insultare gay e lesbiche nel nome di quella nuova razza ariana che il neofascismo identifica nell'eterosessualità.
È un tale Cristiano Lugli a firmare un articolo diffamatorio dell'Associazione Agedo, da lori criticata in quanto composta da genitori che accettano i propri figli anziché divertarne carnefici così come loro insistentemente suggeriscono di fare.

L'associazione integralista afferma:

L'Associazione Agedo ( genitori e amici di persone lgbt) negli ultimi due anni ha aperto nuovi sportelli, fra cui quello di Mantova, che si va a sommare a tutte le altre città in cui l'Associazione opera instancabilmente. Un punto d'ascolto in cui i volontari si rendono disponibili ad ascoltare le problematiche di genitori e figli “discriminati” dall'attuale società.

L'uso delle solite virgolette atte a negare dignità alle parole è una costante della propaganda integralista, qui presumibilmente usata per sostenere che non c'è nulla di discriminatirio nel trattare i gay come animali dato che a loro sono sgraditi. L'articolo dice poi che:

Il punto forte di questo movimento LGBT però, non si limita alla ricezione delle problematiche, ma si estende ad un operato che punta alle scuole, all'istruzione in senso generale: Agedo fa infatti parte del Forum delle associazioni genitoriali riconosciute dal Ministero della Pubblica Istruzione, sia a livello nazionale che a livello locale.
In questo modo le viene permesso di portare proposte di lavoro e riflessioni in merito alla suddetta tematica sul tavolo della pubblica istruzione, come una qualsiasi altra associazione può fare.

Ed anche qui appare evidente che l'associazione non tollera che i genitori dei gay possano essere ascoltati dal Miur, forse inneggiando a quel regime in cui esigono di essere gli unici ad avere diritto di parola e di espressione.

Attaccando nominalmente due volontarie (forse a scopo intimidatorio) l'articolo sfiora il ridicolo nel dichiarare:

Le due signore in questione sono ovviamente madri di due ragazzi omosessuali, e in quanto tali tentano ovviamente di portare l'acqua al loro mulino. Se non fosse però che il tentativo è quello di inondare tutta la popolazione, appellandosi a problemi inesistenti, o quanto mai banalizzati dalla pretesa di un c.d. “accanimento omofobo” contro le persone LGBT, quando ormai anche un cieco sordo-muto si renderebbe conto che la situazione verte all'omologazione di una società in cui l'ideale e la condizione di vita perfetta è quella omosessuale.

Si sostiene dunque che l'omofobia non esista e che tutti vorrebbero essere gay. Praticamente pura follia di chi pare pronto a rendersi ridicolo pur di promuovere l'odio contro una fetta considerevole della popolazione. Tant'è che ben presto si autocontraddicono nell'aggiungere:

La farsa si consuma sempre nel medesimo modo, parlando di discriminazione in senso ampio si infiltra nemmeno troppo velatamente un'idea culturale di stampo omosessualista.

Insomma, a loro dire l'omofobia non esiste e nessuno odia i gay, ma non è tollerabile che qualcuno possa insegnare il rispetto verso quelle persone che loro desiderano siano discriminate anche dalle nuove generazione.


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