Gayburg subisce nuove intimidazioni dall'integralismo anti-gay


La violenza dell'integralismo cattolico pare conoscere tregua dinnanzi alla furia e alla rabbia che scaturiscono da persone che probabilmente intravedono nell'odio contro il prossimo l'unica speranza di poter negare a sé stessi gli insuccessi della propria vita. Fatto sta che questa gente non tollera alcun dissenso e minaccia chiunque osi contraddire le loro fantasie.
Può così capitare che un fan di Adoinolfi alterni gli insulti lanciati ad un 12enne a minacce di querela contro chi osi chiedere conto di ciò che un leader dell'integralismo cattolico scrive sui social. Il tutto in una forma violenta che pare voler usare la giustizia come strumento per intimorire chiunque eserciti la propria libertà di opinione.
Nel clima ormai irrespirabile creato dal fronte anti-gay, basta anche solo citare quanto sostenuto dal vicepresidente dei Giuristi Cattolici Italiani per ricevere intimidazioni e minacce di querele. E questo mentre quella stessa gente ripete a pappagallo che l'omofobia e la violenza sarebbero da ritenersi legittime forme della «libertà di opinione».
Dinnanzi ad a chi invita pubblicamente Cerrelli a «querelare Gayburg per diffamazione» (peraltro ritrovandosi a veder rilanciate alcune delle le sue provocazioni dall'avvocato stesso), forse verrebbe da ricordare che l'articolo che si limitava a riprendere parola per parola ciò che Cerrelli ha scritto sul suo profilo (qui un disegnino qualora non se se ne fossero resi conto).
Ma la macchina del fango funziona così. Si sparano affermazioni sempre più forti e sempre più violente per poi nascondere la mano con cui si è lanciato il sasso se qualcuno osa occuparsene. Il tutto sperando di cavarsela con la solita macchina del fango che mira a far prevalere il sentito dire su ciò che può essere facilmente appurato anche solo consultando gli screenshot allegati all'articolo in oggetto.

In passato alcuni seguaci di Adinolfi avevano già minacciato Gayburg di «spedizioni punizione alla Charlie Hebdo», così come Antonino Brandi periodicamente minaccia denunce se ci si continuerà a mostrare un interesse critico verso le attività della sua associazione.
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