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L'ombra di Mosca sull'ascesa dell'ultra-destra in Germania

Si parla molto dei voti conquistati in Germania dall'estrema destra della AfD (Alternative für Deutschland), un partito populista che vive sulla creazione di paura dello straniero e del fantomatico "gender".
Ciò che è meno noto è come a guidare il partito sia Alexander Gauland (una sorta di Salvini tedesco) che, guarda caso, si è ritrovato a viaggiare in Russia a spese dell'oligarca Kostanin Malofeev per incontrare Alexander Dugin.
Non sembrerebbe un caso che i nomi siano sempre gli stessi: Malofeev è il capo di quel Komov che ha affiancato Salvini in numerosi comizi sin dalla sua nomina a segretario, nonché il fondatore della "St. Basil the Great Charitable Foundation" a cui fanno capo tutte le organizzazioni legate alle lobby integraliste che fomentano isterie e paure contro i gay (a cominciare dall'organizzazione forzanovista Provita Onlus e dal deputato Udc Luca Volonté).
Dugin è invece un esperto di geopolitica che, su mandato del presidente Putin, auspica la creazione di un'Eurasia che veda in Mosca la sua capitale e in quello che lui chiama "fascismo perfetto" il proprio modello culturale. Anche lui appare un nome assai ricorrente nell'analisi dei collegamenti esistenti tra la Lega Nord e il Cremlino.
E se Salvini sta organizzando associazioni regionali incaricate di bypassare le regole sul commercio con le aree controllate da Putin, i leader dell'AfD non sono stati da meno nel chiedere ossessivamente la sospensione delle sanzioni verso la Russia.
Altri collegamenti tra l'AfD e Mosca riguardano la partecipazione del senior politician AfD, Marcus Pretzell, come ospite d'onore in una conferenza in Crimea, la cooperazione di AfD con i movimenti giovanili del Cremlino e viaggi di rappresentanti dell'Afd come osservatori della regioni separatiste dell'Ucraina. Nel febbraio 2017, il leader AfD Frauke Petry ha visitato Mosca per incontrare alcuni membri del parlamento russo, compreso l'oratore della camera e l'ex deputato Vyacheslav Volodin.


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