Provita dice che Fontana sarà un suo giocatore nella «partita» contro i diritti civili delle minoranze

È palese come l'omofobia promossa dall'organizzazione forzanovista Provita onlus abbia scopri prettamente politici. Ed era altrettanto evidente come l'organizzazione guidata da toni Brandi apprezzi il disprezzo ostentato dal ministro leghista Fontana contro le famiglie arcobaleno.
In un articolo fortemente partitico, la sua organizzazione integralista esordisce con uno dei suoi tipici racconti alterati dei fatti:

In questi giorni uno dei temi a tenere banco è il confronto aperto che Monica Cirinnà, volto delle unioni civili, ha mosso contro il neo ministro della famiglia Lorenzo Fontana. Anche martedì, in occasione del voto della fiducia a Conte, la senatrice è andata a stringere (si dice polemicamente) la mano a Fontana, indossando una t-shirt delle famiglie arcobaleno, ma questi ha risposto salutandola con molta cordialità.

Insomma, la senatrice sarebbe stata una sciagurata a salutare un ministro e lui avrebbe mostrato «molta cordialità». Peccato che in quegli stessi minuti abbia bannato la senatrice da Twitter come segno di chiusura a qualunque opinione contrastasse con i suoi pregiudizi.

Si passa così a sostenere che Fontana si batterà contro il principio costituzionale di pari dignità e sosterrà che l'eterosessualità debba conferire privilegi esclusivi:

La differenza di pensiero tra i due è abissale. Fontana non ha fatto mistero di quale sia la sua priorità: la famiglia, al singolare come dice il suo stesso ministero, fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Le unioni civili sono, appunto, unioni civili, che ben si distinguono da matrimonio e che non danno vita a una famiglia nel senso proprio del termine.

Se le lodi a Fontana si sprecano, non mancano gli insulti a chiunque non sia conforma al volere delle lobby integraliste a cui Brandi appartiene. Con il solito disprezzo che l'organizzazione riserva ad interi gruppi sociali, scrivono:

Contro Fontana, oltre al mondo Lgbt e ai politici “fedeli all’arcobaleno”, si sono già scatenati anche i principali mass media schierati a sinistra, i quali hanno usato toni di profonda polemica.

Si passa così a raccontare che i gay non devono avere diritti perché le minoranze dovrebbero pensare solo a finanziare i privilegi di Brandi-. Lui esige che i gay gli paghino i contributi e non vuole che quella feccia possa avere i suoi stessi diritti o teme che non potrà intascarsi i loro soldi:

Non sorprende, poi, che l’Ansa abbia pubblicato – proprio in questi giorni caldi – in bella evidenza un articolo dal titolo entusiastico: Unioni Civili: in 2 anni oltre 8000 famiglie arcobaleno. Vi si legge: «Anche un 93enne ed il suo compagno 87enne del nord che stavano insieme dal 1960 hanno beneficiato della legge sulle Unioni civili, la cosiddetta legge Cirinnà, che oggi compie due anni. In questo lasso di tempo sono state oltre 17 mila le persone delle stesso sesso che si sono presentate davanti ai sindaci italiani per sancire ufficialmente la loro unione». Nel testo, non si sa bene perché, le 8.000 unioni diventano oltre 17mila “persone”… forse per cercare di fare più scalpore?
Eppure, se si vanno a vedere i dati dei matrimoni tra uomo e donna (in chiesa o in comune) si vede quanto il numero di 8.000 sia risicato: solo nel 2016, riporta l’Istat, i matrimoni sono stati più di 203mila. Arrotondando per difetto rispetto allo stesso periodo di due anni della legge Cirinnà, significa 400mila matrimoni etero contro 8mila unioni civili.

Raccontando la storia che i gay non sarebbero persone che si amano ma solo «amici» che cercano benefici discali, aggiungono:

Il tutto tenendo conto che da un lato si ha un istituto in crisi – per via di convivenze, separazioni e divorzi – dall’altra si ha la “novità”, che ha spinto molti a contrarre delle unioni civili anche solo per “fare la storia” o, nel caso di amici eterosessuali ma che condividono lo stesso tetto, per trarne i benefici fiscali.

In quella teoria per cui ogni sedicente "cristiano" debba guardare al proprio profitto senza preoccuparsi di chi viene privato dai più basilari diritti costituzionali, l'organizzazione si mette a raccontare che loro non avrebbero avuto problemi se alle coppie gay fosse stata negata pari dignità per i prossimi decenni. Loro non avevano fretta:

Le unioni civili erano realmente un’emergenza del Paese, o si è trattata semplicemente di una battaglia ideologica? I siparietti di questi giorni confermano verso la seconda ipotesi… anche perché, come si è già avuto modo di dire, se l’obiettivo non era – come veniva dichiarato, ma poi è stato smentito dalle stesse bocche – quello di equiparare tutti i matrimoni e di accedere all’adozione di bambini minori, bastava semplicemente recarsi dal notaio e stabilire con il/la proprio/a “compagno/a” quanto più si desiderava…
Stiamo a vedere come proseguirà la partita, nella certezza che con il Governo attuale non sarà più una improba lotta di 11 contro 1, bensì una sfida regolamentare.

Pare sintomatico come Brandi sembri divertirsi in quella che sostiene sia «una partita» contro i diritti degli altri. Ed è facile giocare con le vite altrui mentre non si è messo niente sul piatto: Brandi non subisce un dibattito contro i suoi diritti e contro al sua dignità, gioca solo a danneggiare il prossimo mentre fa man bassa di privilegi pagati con i soldi delle sue vittime.


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