I lettori de Il Giornale: «Accogliere omosessuali nel seno della Chiesa è evidentemente parte del piano di sostituzione etnica»

Secondo gli altri quotidiani, i fedeli non avrebbero avuto assolutamente nulla da ridire contro quella scultura e a far montare una sterile polemica sarebbero stati i soliti gruppi integralisti che operano su Facebook. Eppure Il Giornale preferisce titolare "Scultura con bacio gay in chiesa rimossa dopo le proteste dei fedeli".
Se l'opera rappresentava l'amore nella sua essenza, l'articolo preferisce definirla come una «statua contemporanea di un bacio omosessuale». E se il lettore non fosse stato sufficientemente spronato all'omofobia, sentenziano che la si debba ritenere «un'espressione artistica libera ma che forse non a tutti piace ammirare all'interno di una chiesa. Così, dopo le proteste di alcuni fedeli e di visitatori che se ne sono sentiti offesi, è arrivata la decisione di trasferirla in giardino».
In altre parole, si cerca di sostenere che non si possa essere "cristiani" se non si è omofobi, raccontando che sia lecito dirsi «offesi» dall'esistenza del prossimo. A detta loor, la Chiesa dovrebbe effettuare una selezione all'ingresso e, contro le stesse indicazioni di Gesù, dovrebbe cacciare i pubblicani per compiacere i pregiudizi dei farisei. Il gay va messo alla porta, esattamente com'è successo a quella statua che osava distaccarsi dal pensiero unico del fondamentalismo.

Come consuetudine, è tra i commenti che assistiamo ad un vero e proprio delirio di persone che si danno ragione a vicenda nel sostenere che la Chiesa non debba essere accogliente. Loro vogliono una religione utile solo a lanciare condanne contro gli altri, adattabile ad ogni forma d'odio, purché li lasci in pace quando andranno con quelle prostitute che Matteo Salvini ha promesso diverranno legali.  D'altra parte la Lega è stata chiara: usare una donna come un oggetto va bene, amare qualcuno del proprio sesso è un'offesa ad un Dio che imporranno mediante multe di mille euro a chi non esporrà crocefissi ad ode di chi si compiace delle vite perse nel Mediterraneo.

Ad aizzarli è soprattutto il passaggio in cui l'articolo afferma:

Una scelta avallata dal parroco don Hermes Luppi, che però tiene a chiarire che lui personalmente non aveva nulla in contrario alla presenza in chiesa di quell'opera d'arte: "Per me quella scultura poteva rimanere dov'era, il Vangelo ci indica una strada di accoglienza e di tolleranza. Del resto con me non si era lamentato proprio nessuno".
Più cauto il presidente della rassegna artistica "Cibart", che ha luogo proprio nel Comune di Serravezza: "Forse abbiamo preso una decisione azzardata nel mettere quell'opera dentro la chiesa - conclude il presidente di Cibart - e proprio per evitare di alimentare un caso abbiamo poi deciso di metterla fuori".

Davanti alla dimostrazione di come l'odio venga assecondato e di come sia possibile mettere alla porta intere vite al solo fine di compiacere i propri pregiudizi, tra i commenti scrivono:

Tanto basta a trarre le prime conclusioni. L'insulto è ormai parte del loro linguaggio, utilissimo per evitare di dover fornire serie argomentazioni. Dio serve ad elargire condanne, così come la loro ossessione per i migranti li spinge a odiare Bergoglio e a sostenere che i gay ne siano causa.
Pare ignorino che l'omosessualità sia nata prima di loro o che le chiese sono piene di baci (com'è ovvio dato che Gesù predicava l'amore nonostante loro vorrebbero poterlo usare per legittimare l'odio). Un esempio sono quelli che Michelangelo ha raffigurato nel suo Giudizio Universale nella Cappella Sistina, ossia nel luogo più sacro della cristianità (nella foto di apertura).

Si riparte con quelli del "i migranti ospitali a casa tua" o del "in una moschea non lo si sarebbe potuto fare":


Sbaglia! La Bibbia chiarisce che la distruzione di Sodoma e Gomorra era una condanna alla mancanza di accoglienza verso gli stranieri. Praticamente verso i lettori de Il Giornale dato ciò che scrivono.


Immagini: [1] [2]


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