Il forum omofobico di Verona? La rassegna stampa ci mostra integralisti che se la contano su a vicenda


A giudicare dal "press kit" pubblicato sul sito del cosiddetto "Congresso della Famiglia" di Verona, tutto lascerebbe presumere di essere davanti all'ennesima truffa culturale promossa da precise lobby integraliste e da un preciso partito politico.
Dopo le prime tre pagine dedicata ad immagini in cui si vantano dei politici leghisti che hanno manifestato pieno appoggio all'evento, si passa ad una rassegna stampa un po' surreale. Cinque articoli risultano riconducibili alle pagine de La Verità di Maurizio Belpietro, ossia al quotidiano diretto da quel giornalista che è stato premiato dalle associazioni organizzatrici per il suo contributo alla promozione dell'omofobia. A firmarli troviamo personaggi Giuliano Guzzo, un collaboratore Adinolfi e per Provita Onlus che ha formato un libro basato sulla truffa gender, o Marco Guerra, responsabile dell'ufficio stampa di Generazione Famiglia (ex Manif pour Tous).
Vengono indicati come fonte di informazione gli articoli pubblicati sulle pagine di Provita Onlus di Generazione Famiglia, ossia scritti dagli organizzatori. Ci sono pure due articoli di Interris, il sito integralista che vedrà il loro direttore tra i "relatori" del convegno.E pesino "La fede quotidiana" viene venduta come un'attendibile fonte di informazione.
A corredare la rassegna non mancano articoli che nominano quasi per caso la manifestazione, accreditando pure quello in cui Il Fatto Quotidiano spiega come quello che verrà promosso è un «neo-Medioevo» o articoli in cui la manifestazione non è menzionata ma si parla di come Gandolfini e Pillon vorrebbero «erodere» la 194.Chiude il cerchi l'osannante articolo pubblicato dall'AiBi, un'organizzazione affiliata a Pillon che promosse gli autobus transofobici di Savarese e che finì sotto inchiesta per aver taciuto su una rete di pedofili che commerciava bambini.
L'ultima pagina torna  a mostrarci l'interesse leghista nella manifestazione, con cinque interviste trasmesse da Radio Padania e tre di Radio Kolbe, ossia l'emittente che in più occasioni ha promosso le siterie di Brandi e dell'omofobia organizzata.

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