Nel caso Arata-Siri spunta il nome del cardinale omofobo Burke. Arata gli avrebbe chiesto incarichi ministeriali per Siri e per suo figlio


Il ministro leghista Lorenzo Fontana dichiarò che «al Papa preferisco il cardinale Burke», in quanto il cardinale statunitense rappresenta il vertice dell'integralismo cattolico. È uno di quei preti che dicono di credere al «gender» e che non pare provare vergogna nel sostenere che la discriminazione dei sacerdoti gay debba avere priorità sul contrasto alla pedofilia nella Chiesa.
Se pare evidente perché i leghisti preferiscano lui a chi chiede di mettere in pratica ciò che Gesù predicava nei Vangeli, lascia un po' perplessi osservare come il nome del cardinale sia spuntato fuori anche all'interno delle indagini per corruzione che coinvolgono l'imprenditore Arata e l'ex sottosegretario leghista Siri. Dagli atti emerge che Arata avrebbe chiesto al cardinal Burke di intervenire per far ottenere a suo figlio e a Siri incarichi ministeriali, evidentemente ritenendo che l'uomo potesse avere influenze sulle scelte della Lega.

Scrive il Corriere della Sera:

Dall’informativa della Dia depositata dai pm di Roma in vista di un incidente probatorio emerge anche che nel corso dell’attività di «sponsorizzazione» che Paolo Arata fece per fare ottenere ad Armando Siri un ruolo di governo, l’imprenditore avvicinò anche il cardinale statunitense Raymond Leo Burke «importante esponente della Chiesa Cattolica».«Arata auspicava in particolare un intervento dell’alto prelato - è detto nell’informativa - direttamente su Giancarlo Giorgetti in favore di Siri. Nella medesima conversazione, Arata chiedeva al cardinale di intervenire anche in favore del figlio Federico, per fargli ricoprire l’incarico di viceministro al ministero degli Esteri». Arata parlando con Burke afferma: «Federico mi ha chiamato adesso da Dubai... di ricordarle se può fare quel famoso intervento su Giorgetti dagli Stati Uniti, ecco mi ricorda, ma lei non ha bisogno... di essere ricordato». Burke risponde: «Sì sì quando è il momento giu.. io sono pronto quando lei mi dic... mi dica... io invierò subito a ...(incomprensibile)». Arata replica: «Ecco invece dagli Stati Uniti riesce, mi diceva Federico a far arrivare qualche messaggio... perché se lui Federico andasse agli Esteri, come vice ministro... sarebbe una cosa importante per tutti... perché rischia di andare agli esteri Di Maio... e ora capisce... e allora gli mettiamo a fianco Federico... beh è una bella garanzia... ecco per tutti...».
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