Per Annarosa Rossetto, andare in giro a dire che i gay sarebbero malati o pedofili sarebbe "libertà di parola"

La fondamentalista Annarosa Rossetto risulta l'autrice di un surreale articolo intitolato "Vescovo svizzero si dice fermamente contrario alla proposta di legge per criminalizzare le critiche agli LGBT".
Se non pare un bel debutto chi offre una falsa testimonianza nel racconta che il contrasto all'omofobia sarebbe un divieto alla critica (anche se poi non è chiaro quale critica pretenda di defecare contro la natura altrui), la signora spergiura: «In Svizzera è in vigore dall’anno scorso una legge contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale della persona. È stata in seguito proposta una modifica per sanzionare qualsiasi critica all’omosessualità anche senza riferimenti a persone specifiche».
Ovviamente pare ovvio che per contrastare l'odio contro interi gruppi sociali non serve si specifichi un nome, anche se forse la signora teme di non poter più vomitare i suoi insulti con la scusa che lei parla in generale di quanto lei odi i gay e di quanto si senta migliore di loro in virtù della sua ostentata eterosessualità. Ma è abusando della religione che la signora pare una jihadista dell'Isis nell'aggiungere: «Un vescovo cattolico svizzero, unico, si è dichiarato fermamente contrario alla proposta di nuove norme che potrebbero criminalizzare gli insegnamenti cattolici sulla sessualità nel suo Paese». Tradotto, il vescovo pretende di dire ai gay che lui non vuole lo siano.

Il vescovo Marian Eleganti, benedettino e vescovo ausiliare di Coira, si è pronunciato contro l’agghiacciante effetto che la legge potrebbe avere sulla libertà di parola. La sua schiettezza fa risaltare con forza la posizione neutrale della Conferenza episcopale svizzera che non ha preso parte alla campagna né a favore né contro l’estensione della legislazione antirazzista del paese che include l’orientamento sessuale.
Secondo il portale di notizie di Tagblatt in Svizzera, il vescovo ha così messo in guardia: “Questa legge rischia di criminalizzare tutte le opinioni che si differenziano dalla lobby LGBT in materia di matrimonio, famiglia o immoralità sessuale”.
Mons. Eleganti ritiene che l’attuale legislazione contro la violenza e la discriminazione sia sufficiente per proteggere tutte le categorie della società svizzera e che le persone LGBT, come i vegani e i cattolici, non necessitino di una protezione speciale. La libertà di parola, invece, se la nuova legge passasse, potrebbe subire un duro colpo.

Siamo davanti a chi dice che chi delinque ritiene che la propria delinquenza non debba essere punita, un po' come se un mafioso sostenesse che non serva il 42-bis perché lui non vuole il carcere duro.
L'articolo arriva così a raccontare che il povero vescovo non potrebbe più andare in giro a dire che i gay vanno "curati", contribuendo a distruggere intere vite umane armando i genitori omofobi contro i loro stessi figli:

La professoressa Isabelle Häner è giunta alla conclusione che una dichiarazione del vescovo Jean-Marie Lovey di Sitten/Sion secondo cui l’omosessualità è una “debolezza della natura” che può essere curata potrebbe essere contro la legge. Dipenderebbe dal fatto che “l’eventuale discriminazione sia intenzionale o meno”.
Se la legge fosse già stata approvata, mons. Eleganti avrebbe potuto trovarsi dalla parte sbagliata quando ha suggerito un legame tra una subcultura omosessuale clericale e la crisi degli abusi sessuali nella Chiesa.

Che ad Annarosa Rossetto piaccia o meno, andare in giro a dire ch ei gay sono "malati" o inventarsi false teorie scientifiche che accostano abusi sessuali ed orientamento sessuale non è "libertà di parola". Altrimenti, se tutto fosse "libertà di parola", anche noi potremmo poter andare in giro a raccontare che la signora Annarosa è una stupratrice di bambini (cosa che invece lei vuole si possa fare contro i gay grazie a quel cavillo per cui non è imputabile chi non indica un nome).


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